martedì, 17 settembre 2024
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Fiume Sile, lo studio universitario che cerca strategie di mitigazione sostenibili contro l'inquinamento

Un dottorato è stato avviato l'anno scorso grazie alla collaborazione fra Alto Trevigiano Servizi e l'Università degli Studi di Padova. Sarà analizzata la salute delle acque che attraversano il centro storico di Treviso

E’ iniziata nell’anno accademico 2020/2021 e proseguirà per tre anni la collaborazione fra Alto Trevigiano Servizi srl e la Scuola di dottorato in Scienze dell’ingegneria civile, ambientale e dell’architettura dell’Università degli studi di Padova. La società che gestisce il servizio idrico integrato in 52 comuni fra le province di Treviso, Belluno e Vicenza contribuisce, infatti, a finanziare una borsa di studio e fornirà il proprio apporto tecnico e di conoscenze per lo sviluppo di una ricerca di dottorato che mira a verificare l’impatto degli scarichi di agricoltura, delle acque reflue e del dilavamento delle superfici urbane sul fiume Sile e sui suoi corsi d’acqua affluenti.

Obiettivo: ottenere dati di portata e di qualità delle acque dei canali che attraversano l’abitato di Treviso per valutare lo stato di salute del sistema idrico e identificare eventuali strategie di mitigazione sostenibili. A condurre lo studio è la dottoranda Giulia Mazzarotto, con la supervisione di Paolo Salandin, professore ordinario di Costruzioni idrauliche nell’ateneo patavino. Titolo della tesi: Impatto del drenaggio urbano sulla qualità dei corpi idrici recettori e strategie di mitigazione. Lo studio prende avvio dall’analisi dello stato di fatto con riferimento alla qualità dell’acqua dei canali che attraversano il centro storico di Treviso. Saranno collocate stazioni di monitoraggio in continuo della portata del Sile e di alcuni suoi affluenti, come il Botteniga, il Trozo Lungo e lo Scolo comunale. A queste si aggiungono sonde e campionatori fissi e mobili per la valutazione di alcuni parametri fisico-chimici (ad esempio, temperatura, presenza di nitrati, cloruri e ammonio). Ovviamente la ricerca prenderà in considerazione anche i contributi della rete fognaria (acque nere e bianche) per capire e valutare l’interazione fra i due sistemi.

Nei canali confluiscono infatti scarichi di agricoltura, acque di dilavamento delle superfici urbane e delle acque reflue. Durante eventi meteorici di particolare intensità, si possono inoltre verificare fenomeni di rigurgito nella rete di fognatura mista con fuoriuscita di acqua dai tombini e il suo scarico diretto in fiumi e canali. La ricerca si propone di individuare, attraverso il monitoraggio e la modellistica numerica, possibili soluzioni a tali problemi, che riguardano il complesso sistema derivante dall’interazione tra sistema fognario, canali agricoli e rete di drenaggio naturale, al fine di garantire la tutela ambientale dei corsi d’acqua, elemento naturale e paesaggistico imprescindibile della città di Treviso.

Allo studio sistemi di mitigazione tra cui l’ottimizzazione del funzionamento della rete fognaria cittadina. Ats, a questo proposito, ha già provveduto a progettare e a mettere a breve in cantiere una grande opera di ingegneria, ovvero la realizzazione di una rete fognaria con tecnologia microtunnelling, della lunghezza di 500 m, ai margini del centro storico per la posa di una rete capace di far confluire i reflui al depuratore e un ulteriore progetto per una tratta di ulteriori 2.500 m da realizzarsi con la medesima tecnica; ma anche la promozione di pratiche agricole responsabili, come l’utilizzo di prodotti e l’adozione di soluzioni tecniche per ridurre drasticamente o, addirittura, eliminare, l’impatto sull’ambiente circostante e la rete naturale.

Questo assieme alla realizzazione di soluzioni di drenaggio urbano sostenibile, le cosiddette Suds (Sustainable Drainage Systems), quali pavimentazioni drenanti, strisce filtranti e canali vegetali: sistemi, questi, in grado di riequilibrare il bilancio idrico e ridurre il carico inquinante che affluisce ai nostri corsi d’acqua permettendo alle città di comportarsi come le cosiddette “sponge cities” (termine tecnico per definire le “città spugna”), riducendo dunque i volumi di pioggia scaricati nei corsi d’acqua e nella rete fognaria e aumentando, di conseguenza, l’efficienza degli impianti di depurazione. L’importanza della tutela delle acque nel capoluogo è stata sottolineata in questi giorni anche in merito alla possibile candidatura delle Mura di Treviso a Patrimonio Unesco.

A questo proposito, Fondazione Benetton consiglia di valorizzare, insieme alle fortificazioni cinquecentesche, anche l’acqua: il capoluogo, infatti, ha un carattere unico, fatto di opere idrauliche progettate tenendo conto del tracciato di costruzione delle Mura.

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