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Elezioni comunali: presentiamo i candidati sindaco di Treviso

La campagna elettorale per le amministrative del prossimo 14 e 15 maggio entra nel vivo. Sono cinque gli aspiranti alla carica di primo cittadino. Proporremo alcune interviste per conoscere meglio i loro programmi, iniziamo da Nicolò Rocco

Con la presentazione delle liste, avvenuta sabato 15 aprile, siamo entrati nel vivo della campagna elettorale per la scelta del prossimo sindaco della città di Treviso. Si voterà al primo turno il 14 e 15 maggio. Sono cinque i candidati che si contenderanno la poltrona di primo cittadino. Punta al bis l’uscente Mario Conte, sostenuto dalla sua civica, dalla Lega, da Fratelli d’Italia e dalla civica che unisce Forza Italia e Coraggio Italia di Luigi Brugnaro. A sfidarlo il centrosinistra guidato da Giorgio De Nardi, sostenuto dalla sua civica, dal Pd, da Europa verde, Treviso civica, Coalizione civica e Volt. Nicolò Rocco è il candidato del Terzo polo, sostenuto da Calenda e Renzi. I Cinque stelle corrono, invece, con Maurizio Mestriner. Poi c’è il Popolo della famiglia con Luigino Rancan. Da questa settimana e fino al momento del voto proviamo a conoscere un po’ meglio e a mettere a confronto su alcuni temi i candidati principali.

Partiamo dal più giovane, classe 1989, Nicolò Rocco, fuoriuscito dal Pd, assieme all’ex vicesindaco Roberto Grigoletto e al consigliere Fabio Pezzato, per sostenere il progetto, già naufragato a livello nazionale, del Terzo polo di Calenda e Renzi.

Nicolò Rocco, cosa l’ha spinta a candidarsi?
Ad accompagnare il mio impegno politico c’è sempre stata una frase di don Primo Mazzolari che dice “Cosa ve ne fate delle mani pulite, se le tenete in tasca?”. Da dieci anni partecipo attivamente alla politica cittadina come consigliere comunale, e sono fermamente convinto che la mia generazione non debba stare con le mani in tasca, da qui la mia volontà di mettermi in gioco per la città.

Prendiamo in considerazione alcuni temi rilevanti per Treviso: iniziamo dalla questione viabilità, traffico e mobilità sostenibile.
In primo luogo credo sia necessario il completamento della viabilità secondaria, come il IV lotto della tangenziale. Al terraglio est avrei preferito l’apertura della A27, ma visto che l’opera si farà, sarà importante puntare alla mitigazione ambientale, poi però servono piccole opere come le due rotonde in strada ovest e quella all’incrocio di Fiera. Inoltre, prima di costruire nuove ciclabili, andranno messe in sicurezza quelle esistenti e realizzati collegamenti e completamenti. Vorremmo la passerella ciclopedonale sul Sile a ponte della Gobba e riprendere in mano uno stanziamento di 110 mila euro che era all’interno delle opere per la Cittadella della salute e che doveva servire a ripensare via Venier e il sottopasso, poiché lì si crea un imbuto nell’accesso alla città. Poi potremmo sognare un put a una corsia immerso nel verde, ma quello dovrebbe essere il punto d’arrivo di un percorso di cambiamenti almeno decennale.

Il centro storico si sta svuotando, quali soluzioni?
E’ necessario aiutare i residenti sul tema parcheggi, gli abbonati devono poter parcheggiare in tutta la città, diversamente da quanto accade ora. Vogliamo una città pedonale, ma non senza parcheggi. Per le attività del centro storico dobbiamo pensare ad alcune forme di sgravio, come sull’affitto dei plateatici e lavorare con Contarina per abbassare le tariffe sui rifiuti. Per la residenzialità penso a un fondo di garanzia con cui il Comune possa concedere liquidità e farsi da garante per giovani coppie che vogliano affittare un’abitazione in centro.
I quartieri rischiano di essere dei “dormitori” estranei alle politiche cittadine, come valorizzarli?
Vogliamo reintrodurre le Consulte di quartiere, 10 Consulte, con 16 consiglieri ciascuna, rappresentanti della cultura e della società civile che si incontrano e raccolgono le proposte del territorio. Sarebbero delle palestre di democrazia, dei luoghi di formazione politica.

Denatalità, politiche per l’infanzia e l’adolescenza, cosa si può fare?
Dobbiamo innanzitutto pensare all’educazione come un approccio sistemico che coinvolge tutta la comunità, le famiglie devono essere accompagnate dalle istituzioni, dalla scuola, dalle parrocchie. Devo dire che i finanziamenti alle scuole paritarie sono stati buoni negli ultimi anni, noi puntiamo a mantenerli e se possibile aumentarli, perché svolgono un servizio essenziale. Le lunghe liste di attesa per l’accesso ai nidi sono infatti un ostacolo al lavoro femminile, che invece deve essere incentivato come risorsa per lo sviluppo economico della città e come mezzo per ottenere parità di genere e giustizia sociale. Gli adolescenti devono essere ascoltati e avere degli spazi per loro. Bisogna rivedere il Progetto giovani e vorremmo, inoltre, un auditorium polifunzionale, dove fare musica e incontrarsi, magari realizzato dalla rigenerazione urbana dell’ex dogana, e un centro polisportivo per lo sport di base che potrebbe nascere negli impianti di Monigo. Anche lo stadio Tenni si potrebbe sfruttare per i settori giovanili, al di là dell’utilizzo per il Treviso calcio che, a scanso di equivoci lo sottolineo, non si tocca.

Le prime tre cose che farebbe se fosse eletto sindaco:
Un tavolo con la giunta uscente per la gestione dei fondi del Pnrr; uno sportello sociosanitario per i servizi sociali, integrato con l’Ulss, affinché chiunque abbia bisogno, anziani, famiglie persone con disabilità, possa trovare i servizi di cui necessita parlando faccia a faccia con qualcuno; un parco intergenerazionale attrezzato “in stile Eolo” in ogni quartiere.

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