martedì, 17 settembre 2024
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Ecco il supermercato dei poveri

Innovativa esperienza proposta a Treviso dalle parrocchie cittadine, associazioni e volontari. Nasce all’istituto Zanotti l'emporio della solidarietà, anche con prodotti freschi. Sabato 27 giugno la struttura è stata inaugurata.

“O Dio, Creatore e Padre, che hai affidato la terra ed i suoi frutti alle mani dell’uomo perché mediante il lavoro si faccia strumento della tua provvidenza, benedici quanti usufruiscono come esercenti o acquirenti di questo servizio...”. La voce di mons. Adriano Cevolotto, vicario generale, risuona a mezzogiorno di sabato 27 giugno, tra le stanze dell’Istituto Zanotti, messe per quattro anni a disposizione del “Progetto Carità”, portato avanti dalle nove parrocchie della Collaborazione Pastorale cittadina, dalla S. Vincenzo e dalla Caritas. Qui si apre l’Emporio solidale, nuova creatura di tale progetto.
Decine e decine di volontari, vero cuore del Progetto Carità (ne coinvolge in totale 114!) si accalcano vicino alla porta di ingresso per il taglio del nastro e la benedizione, alla presenza tra gli altri del sindaco Giovanni Manildo e dell’assessore Liana Manfio.
Don Alberto Bernardi, parroco del S. Cuore (capofila del Progetto), spiega: “In questi mesi qui dentro si è realizzato un vero e proprio miracolo, moltissime persone hanno dato energia e lavoro come dono per realizzare l’Emporio”. Alla fine, tra tutti i volontari, nominerà Teresa, responsabile della
S. Vincenzo, Laura del Centro d’ascolto, ma anche Graziano, che sarà responsabile del magazzino-emporio, Giuseppe, referente dell’approvvigionamento. E poi non manca una menzione per l’archittetto e l’ingegnere che hanno fornito consulenza gratuita e un grazie a tutti i 70 volontari che si sono presentati al corso di formazione di maggio. Dopo la benedizione, la curiosità spinge centinaia di presenti a conoscere lo spazio -emporio: ecco la sala d’accoglienza, dove verrà controllata la tessera punti; lo spazio del secco con scatolame, pasta, biscotti, fette, già in bella mostra. E poi lo spazio del “fresco” (l’Emporio si è convenzionato con l’associazione Arcobaleno di Montebelluna che nel 2014 ha recuperato dai mercati e redistribuito 1.220 tonnellate di verdura!); e alla fine le casse, dove verranno scalati i punti dalla tessera. Grande novità la tessera a punti che grazie al monitoraggio del Centro d’ascolto, “fotograferà” in tempo reale la condizione di bisogno e povertà del nucleo familiare.
Durante la presentazione, le veloci slide di don Alberto, ci hanno posto sotto gli occhi la realtà: nel 2014 - nell’ambito del Progetto Carità - sono state assistite 210 famiglie, per un totale di 556 persone, sono stati distribuiti 11.478 buoni pasto. Tutti stranieri? No, i grafici parlano chiaro: al quarto posto delle nazionalità, prima del Kosovo, c’è anche l’Italia!
Per i “clienti”italiani e stranieri che entreranno nell’ Emporio a “far la spesa” non ci saranno differenze di trattamento. I volontari li “accompagneranno” in un percorso anche educativo. Perché prendere, ad esempio, 10 bottiglie di olio di oliva e non lasciare nulla agli altri?
Responsabilità, evitare le “furbizie”, educare, no ad una logica di pura assistenza anche tra i poveri che stanno aumentando: questi i mattoni di un percorso che si attuerà dal 2015 per quattro anni con alcune tappe.
Spiega ancora don Alberto: “Fino a dicembre continueremo per tre giorni alla settimana a fornire le famiglie che già sono in carico, ma dal 2016 al 2017 entreremo in rete con le altre realtà del territorio di Treviso che già lavorano in questo campo, con l’obiettivo di costruire una unica banca dati, in modo da evitare che una persona in bisogno «faccia il giro delle sette chiese»!”.
Razionalizzare il processo di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari è quello che vuole anche la Regione Veneto, tramite il progetto Idea di cui l’Emporio fa già parte. Lo conferma con entusiasmo il dirigente Franco Moretto, trevigiano - abita proprio a due passi dall’ Emporio - che sta seguendo la nascita di modelli simili a Verona, Montebelluna, Mirano (per quest’ultimo vedi l’articolo a destra).
Mentre durante il rinfresco preparato dai volontari i presenti si ritrovano a scambiare commenti, la parola “scarto, scarti”, tanto amata da papa Francesco, risuona ancora tra gli scaffali dell’Emporio.
Mons. Cevolotto, qualche minuto prima nella sua presentazione aveva ricordato: “La cultura dello scarto è oggi tanto disumanizzante a tutti i livelli; oggi qui, in questo progetto Emporio, vediamo che lo scarto può diventare una ricchezza, gli scarti vengono recuperati e trasformati, come aveva fatto il Beato Erico, di cui l’Emporio trevigiano porta il nome. Povero tra i poveri raccoglieva, distribuiva ai poveri e 700 anni fa tesseva una rete di solidarietà dove chi donava non sapeva a chi sarebbe andato il proprio dono. L’importante ieri come oggi non è sapere a chi va il mio dono ma farlo e poi se credo a Dio nulla è impossibile anche all’uomo”.

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