Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Bicentenario Canova: la mostra al museo Bailo di Treviso
In 7.000 in coda nel primo fine settimana dell'esposizione. Tanti trevigiani, ma non solo, ad ammirare le preziose opere d'arte del celebre scultore e il nuovo riallestimento del museo civico
Se il buon giorno si vede dal mattino, la mostra “Canova gloria trevigiana: dalla bellezza classica all’annuncio romantico”, inaugurata al museo Bailo di Treviso venerdì 13 maggio è destinata ad avere un grande successo. Lo testimonia la lunga fila che si è formata nel week end lungo Borgo Cavour, complice forse anche l’ingresso gratuito per tutti i trevigiani, e che ha costretto gli organizzatori ad allungare l’orario di visita e anche a portare bottiglietta d’acqua per rinfrescare quanti attendevano serenamente il loro turno.
Al netto dei doverosi complimenti e dei ringraziamenti reciproci che si sono rivolti amministratori, organizzatori, sponsor, la mostra, secondo l’autorevole giudizio di Fabrizio Magani, soprintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, merita di essere visitata, molto più del frazionamento “di tante altre piccole mostre che stanno prendendo corpo per il bicentenario della morte”, perché dà il via al “riallestimento del museo Luigi Bailo, con le sue raccolte di epoca moderna, ma soprattutto col ruolo di trascinatore delle politiche culturali cittadini”. Un po’ l’augurio che si sono fatti il sindaco Mario Conte e l’assessora alla cultura Lavinia Colonna Preti che l’ha definita “l’esempio della Treviso culturale che vorremmo”.
Ma veniamo all’esposizione, a cura di Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello e Nico Stringa, facendoci guidare dal bellissimo catalogo edito da Antiga. In mostra si è potuto eccezionalmente ricreare l’ambiente programmato da Canova in palazzo Papafava, dove il confronto antico/moderno è portato alla sua massima essenza: Apollo del Belvedere a confronto con il Perseo trionfante, e il Gladiatore Borghese, altra opera celeberrima, a confronto con il Creugante. Per la prima volta le opere vengono inoltre esposte sui loro basamenti originali restaurati per l’occasione.
Restando alle sculture eroiche, la mostra propone un inedito: il gesso del cavallo preparatorio del famoso gruppo Il Teseo in lotta con il centauro di Vienna. Per il corpo del centauro Canova studiò un cavallo in fin di vita.
La mostra entra poi in temi dove emerge la modernità romantica: la stele funeraria (in mostra quella Falier e Volpato, proprietà delle Generali), omaggio al defunto, ma soprattutto meditazioni sulla figura femminile afflitta, siamo nel campo delle Maddalene; i gruppi gentili e amorosi, Amore e Psiche.
E ancora i ritratti, le incisioni, le celebrazioni canoviane, la fotografia: un percorso ricco di oltre 150 opere, sviluppato in 11 sezioni.
Nella galleria dell’800, ultima sezione, non mancano le sorprese. Che tipo di amore corrispose tra Antonio Canova e Marianna Angeli Pascoli, bellissima contessa trevigiana? Di certo, un piccolo cammeo con il ritratto di lui si adagia sul seno di lei, nel busto scolpito da Luigi Zandomeneghi. L’effige della nobildonna si potrà ammirare nella galleria, allestita al Nuovo Museo Bailo.
Non manca l’attenzione, quindi, al patrimonio civico. Non solo la galleria, ma anche diverse opere inedite canoviane riemerse durante la preparazione della mostra, come un busto con il Ritratto di Antonio Canova di Antonio D’Este. E ancora, vere reliquie, il calco della mano e la maschera funeraria dell’artista. Un corpus di lettere inedite, e il grande libro con 86 incisioni canoviane donate dal fratello Giambattista Sartori Canova a Treviso nel 1837.
Accanto, una sequenza di materiali canoviani, tra cui il prezioso bozzetto delle Tre Grazie.
L’autore del busto dell’affascinante Marianna, immortala anche il Canova, in una erma in marmo e lettere bronzee di dedica. Poi ancora lo scultore in una delle versioni del celeberrimo Ritratto dal vivo del 1817- ‘18 dipinto da Thomas Lawrence. Dai depositi museali esce per la prima volta anche la ampia medaglistica canoviana.
La mostra rimarrà aperta fino al 25 settembre, dal martedì alla domenica, ore 10-18.