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Benetton decide di scendere dalla gru. E se la prende con il Seminario

Pesante attacco - ma anche gratuito e ingiustificato – quello sferrato stamani contro il Seminario vescovile di Treviso del presidente della Fondazione Benetton, Luciano Benetton, che accusa il Seminario stesso di aver ignorato le sue richieste di collaborazione per il restauro della chiesa di San Teonisto. La risposta del rettore don Guidolin.

Pesante attacco - ma anche gratuito e ingiustificato – quello sferrato stamani contro il Seminario vescovile di Treviso del presidente della Fondazione Benetton, Luciano Benetton, che accusa il Seminario stesso di aver ignorato le sue richieste di collaborazione per il restauro della chiesa di San Teonisto.

La chiesa, oggi sconsacrata e in gran pare distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, era stata acquistata nel 2010 da Benetton a titolo personale e poi donata alla Fondazione per avviare il progetto di restauro condotto dall’architetto Tobia Scarpa.

Nell’aprile di quest’anno è arrivato il benestare della sovrintendenza ai beni culturali, ma da progetto i lavori andrebbero fatti transitando con camion e gru sul suolo del Seminario che a detta di Benetton non ha mai dato il suo permesso costringendo i lavori ad arrestarsi prima di iniziare.

La fondazione ha deciso quindi di abbandonare il progetto dell’edificio che sarebbe dovuto divenire un auditorium per eventi artistico-culturali aperto alla cittadinanza di Treviso.

In serata è arrivata la risposta di don Pierluigi Guidolin, rettore del Seminario vescovile di Treviso che respinge al mittente tutte le accuse sottolineando la piena disponibilità del Seminario a proseguire con il progetto e la propria incredulità per le parole del presidente Benetton: “Ormai un anno fa il Seminario ha considerato la richiesta della Fondazione Benetton di concedere l’installazione di una gru nello spazio appartenente al Seminario. Tuttavia, prima di dare l’assenso, la Fondazione ha ricevuto la richiesta scritta il 22 agosto 2013 ove si chiedevano alcune informazioni concernenti il progetto in modo da valutare le conseguenze sulla proprietà del Seminario dopo il periodo di accantieramento. Solo il 28 maggio 2014 abbiamo potuto disporre delle informazioni richieste. Dallo studio approfondito dei documenti è emerso con chiarezza che la proprietà del Seminario avrebbe avuto un significativo aggravio di servitù. Perciò il 13 giugno è stata recapitata una lettera interlocutoria che segnalava la disponibilità del Seminario a trattare le questioni sopra accennate. Questa mattina i tecnici del Seminario hanno mandato un’email con le disponibilità di calendario per fissare un incontro. La nostra unica richiesta è che si dia inizio alla trattativa. Se Fondazione Benetton ritiene di ritirarsi dal proprio progetto lo fa per motivi propri non perché il Seminario si sia rifiutato di entrare in trattativa”.

Inoltre non è stata nemmeno discussa col Comune una soluzione alternativa, come per esempio quella di chiudere via san Nicolò per il tempo dei lavoro, né si è provato a proporre all’Amministrazione comunale un ruolo di mediazione fra i due soggetti per provare una soluzione comune che portasse alla risoluzione del problema.

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