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Advar, sogno realizzato

Grande festa nel trentennale. Sono state aggiunte sei stanze, tutte private, con la possibilità di apertura verso l’esterno. E non mancano altre sfide per il futuro.

Lo scorso fine settimana, 29 e 30 settembre, Advar ha festeggiato i trent’anni di attività e inaugurato la nuova ala dell’hospice casa dei Gelsi. Una cerimonia coinvolgente quella di sabato, alla presenza di numerosi cittadini, oltre alle autorità, tra cui il presidente della Regione Luca Zaia e il sindaco Mario Conte, che ha voluto attorno a sé i suoi predecessori Giovanni Manildo e Giancarlo Gentilini.
Trent’anni in cui è stato portato avanti un sogno, come rivela la stessa presidente Anna Mancini Rizzotti; il sogno di tradurre “la filosofia del «non c’è più niente da fare» in «c’è molto da fare» per affermare e garantire il diritto della persona malata di vivere pienamente e con dignità la propria vita fino alla fine”.
Oggi Advar è inserito nella Rete di Cure palliative dell’Ulss 2 e accompagna non solo il fine vita delle persone malate attraverso l’assistenza domiciliare e l’accoglienza nell’hospice, ma anche le famiglie attraverso il progetto “Rimanere insieme”, sostenendole nell’elaborazione del lutto.
Un impegno quotidiano, quello di medici, infermieri e volontari, che in trent’anni ha coinvolto 700 volontari; 2.500 nuclei familiari, supportati nell’elaborazione del lutto tra Treviso e Castelfranco; 9000 famiglie, assistite a domicilio sul territorio trevigiano, opitergino-mottense e all’interno della casa dei Gelsi.
Solo nel 2017 sono state 22 mila le giornate di assistenza, 700 i colloqui di orientamento alle famiglie, 1000 i colloqui di elaborazione del lutto; un servizio totalmente gratuito, ma che costa alla onlus quattro milioni di euro ogni anno, dei quali, solo circa il 65% è sostenuto dall’Ulss.
Per questo motivo l’associazione, ora che l’ampliamento dell’hospice è terminato, lancia la campagna “Adotta la cura” per invitare la cittadinanza ha far sentire ancora di più il proprio calore nei confronti di Advar e diventarne sostenitore regolare.
Con la nuova ala della casa dei Gelsi sono state aggiunte sei stanze, tutte private, con bagno e con la possibilità di apertura verso l’esterno (terrazzo o giardino), come le 12 già esistenti, per permettere alla persona in cura di godere della natura, mantenere la propria intimità e il legame con la famiglia che può accedervi 24 ore su 24. Inoltre è stato possibile creare una sede unica, spostando in via Fossaggera anche lo sportello per l’assistenza domiciliare e tutti gli uffici. Infine sono stati costruiti una grande sala polivalente per attività e corsi, gli ambulatori medici, gli ambienti per il centro di ascolto e rifatte le sale del commiato, per creare un ambiente che trasmetta “rispetto, dignità e calore”. La nuova struttura porta con sé una nuova sfida: quella dell’assistenza ai malati non oncologici.
Ora, è all’orizzonte un altro atto di sfida e coraggio: l’ascolto dei bisogni dei malati non oncologici.
Al taglio del nastro e alla festa della scorsa settimana seguiranno diversi eventi volti a celebrare come si deve questo trentesimo anniversario: sabato 6 ottobre Gala lirico a Monastier; domenica 28 ottobre Grande Marcia per le vie di Treviso; mercoledì 7 novembre evento musicale  al tempio di san Francesco a Treviso; venerdì 30 novembre convegno sulla “Cura” all’auditorium Appiani.

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