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Sentito centenario a Castelminio

Un secolo fa venne consacrata la chiesa. I festeggiamenti domenica 11 aprile con la celebrazione solenne del Vescovo. Curata anche una pubblicazione sulla storia e le bellezze artistiche della parrocchiale

Il centenario della consacrazione di una chiesa parrocchiale non è mai solo mera formalità, ma rappresenta un momento importante per fare memoria della propria vita di fede dentro al contesto della comunità. E’ così anche per Castelminio di Resana, che domenica 11 aprile festeggia questo anniversario con un ricco programma di iniziative: al centro la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Michele Tomasi, preceduta alle 18.30 dalla recita del santo rosario, con i misteri composti per l’occasione tratti dalla via dei Santi Vittore e Corona, cui la parrocchiale è dedicata.

Per onorare il centenario è stata anche curata una pubblicazione da Nicolò Zatta in sinergia con tutto il Consiglio pastorale, con l’obiettivo di far emergere la bellezza delle opere d’arte ricche di storia e di significati racchiuse nel luogo della fede per eccellenza a Castelminio.

“Il 13 aprile ricorre questo anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale sotto la protezione e la guida dei santi Vittore e Corona martiri - spiega il parroco don Enrico Cavallin -. La cerimonia solenne si svolse nel lontano 1921 e fu presieduta dal vescovo Andrea Giacinto Longhin. E’ bello pensare a una chiesa parrocchiale che è stata «rifatta» non perché cadente, ma per contenere sempre più fedeli che desiderano pregare insieme incontrando il Signore Gesù e vivendo i sacramenti che sono vera unione con Dio!”.

La chiesa di Castelminio è un tempio che custodisce tesori preziosi: “Il più grande è l’eucarestia, il cardine di tutta la comunità cristiana che si ritrova in questo luogo nelle celebrazioni festive e feriali”. Ma, grazie a Nicolò Zatta e al suo lavoro di ricerca, è possibile ora conoscere in modo più approfondito le opere della chiesa. Tra i beni artistici di particolare rilievo presenti c’è senza dubbio il crocefisso ligneo del XVI secolo, i trittici affrescati da Angelo Gatto nelle pareti laterali dell’abside, la pala d’altare di Giovan Battista Novelli.  “Voglio sottolineare poi, anche l’Altare maggiore, opera del Diedo, il quale fu un allievo di Antonio Canova e la copia del pannello principale della pala di Lorenzo Lotto conservata nella chiesa di santa Cristina al Tiverone a Quinto di Treviso - spiega Zatta -. Attraverso questo lavoro ho avuto l’opportunità di ricordare e di presentare a quanti, come me, non hanno avuto la possibilità di conoscerle, figure di particolare rilievo, almeno a livello artistico, che hanno segnato e arricchito la storia cristiana della comunità di Castelminio. Uno fra tutti il maestro Giovanni Arpa,  figura di indubbio spessore artistico del nostro territorio che ha dedicato l’intera esistenza alla musica”. A chi desidera vedere la chiesa di Castelminio, nelle domeniche del 18 e 25 aprile e 2 maggio dalle 15 alle 18 sarà possibile la visita anche guidata, per ammirare le opere d’arte intrise di storia che essa custodisce.

“Chiedo - conclude Zatta nell’introduzione al suo libro -, a chiunque si accosti a questo studio, di farlo con la consapevolezza di non avere davanti a sé l’opera di uno storico, o comunque di un professionista, bensì l’umile opera di un semplice fedele appassionato di storia, il quale si è trovato a scoprire un anniversario troppo importante per lasciarlo andare e che, aiutato dalle persone giuste, ha fatto di tutto per valorizzarlo al meglio”.

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