Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Selva del Montello, un piccolo tesoro che torna a splendere
Inaugurata, dopo il restauro, la chiesetta dedicata alla Madonna del Carmelo e a san Rocco

Il 16 luglio, giorno in cui si festeggia la Madonna del Carmelo, è stata inaugurata, dopo lungo e complesso restauro, la chiesetta visitabile in via Lavajo a Selva del Montello. E’ dedicata alla Madonna del Carmelo e a san Rocco.
La solenne cerimonia presieduta dal vicario per la pastorale di Treviso, mons. Mario Salviato, assente il Vescovo in convalescenza, è stata concelebrata anche da don Angelo Rossi, parroco di Selva, e da don Massimo Lazzari, vicario foraneo.
Le parole del profeta Zaccaria, ribadite e commentate da mons. Mario Salviato, che sollecitavano la figlia di Sion a rallegrarsi e a esultare perché il divino veniva ad abitare in mezzo a lei, si sono diffuse velocemente tra le centinaia di partecipanti, dando origine a una gioia prolungata per l’intera serata, e che non si è conclusa né con l’interminabile allegro simposio, né con la voluttà inebriata nelle numerose fuggevoli ore. E’ proseguita nelle persone e nelle famiglie.
Sacello consacrato nel 1905 dal vescovo Longhin
Con l’inaugurazione è stato ridato alla venerazione della gente il sacello che nel 1905 l’allora vescovo di Treviso, Andrea Giacinto Longhin, aveva consacrato, voluto dalle numerose, solerti e premurose famiglie di Selva lontane dalla chiesa parrocchiale.
Al suo interno venne collocata la preziosa statua lignea della Madonna del Carmelo, la cui interessante storia inizia nel 1936 nel greco mare, nelle vicinanze dell’isola di Corfù.
Tutti i dettagli dell’interessante narrazione sono felicemente illustrati nel libretto edito proprio in occasione del restauro. Contiene tutte le informazioni riportate nei numerosi manoscritti presenti nell’archivio della parrocchia, racconta le cause che hanno determinato l’inagibilità del tempietto, la triennale opera dell’artistico restauro, e la generosità che la popolazione, per più di un secolo, ha manifestato per disporre di un bene così prezioso.
Il restauro appena concluso ha ricreato l’ambiente con i colori, le pitture, i simboli, come era la chiesetta nelle origini, e ha reso visibili tanti artistici tesori e le preziosità che la tinteggiatura monocromatica nascondeva, e ha dato origine, grazie alle decorazioni, a un gioiello di elevato valore storico e religioso.
La storia d’amore che da 120 anni lega in maniera empatica le pietre vive del tempio alla popolazione di Selva, è sempre stata in grado di superare ogni ostacolo di oneri, di fatiche, di difficoltà e di criticità.
Conoscendola, fa venire in mente la Canzone numero 90 delle Rime di Dante: l’Amore viene invocato perché senza di esso “è distrutto quanto avremmo in potenzia di ben fare, come pintura in tenebrosa parte, che non si può mostrare né dar diletto di color né d’arte”.
La chiesetta è la dimostrazione positiva dell’amore: nulla viene confinato in una parte tenebrosa, tutto, grazie all’amore, si realizza e splende coi colori del sole e della passione.
Il visitatore che sente il potente richiamo perché vuole assaporare le ricchezze artistiche e spirituali contenute nel piccolo tempio, sarà soddisfatto perché al proprio itinerario verrà aggiunta una scossa di arricchimento culturale, di benessere e di luce di spiritualità.
Come viene richiesto da una lettura e da una visione attenta, al primo livello che è quello letterale e di mera percezione, in maniera naturale seguiranno i livelli di comprensione allegorico e morale.
Ma la soddisfazione vera avverrà nel cogliere le suggestioni del quarto livello, l’anagogico: come dice l’etimologia della parola, la spinta verso l’alto farà dilettare della visione della luce che scoprirà prigioniera nella materia.
E’ sempre il sommo poeta che prendendo il lettore e il visitatore per mano, darà loro le necessarie istruzioni al fine di percorrere l’itinerario per attingere a questo sublime livello.