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Ryanair pagherà i danni?

Il Tribunale di Treviso dà ragione all'ex macellaio Guido Favaro: il colosso irlandese dei voli low cost deve pagare i danni causati al suo tetto. Ma la compagnia aerea non ci sta. E a Quinto non è l'unico ad aver avuto questi problemi. "E’ ora di fare qualcosa di concreto” afferma il sindaco Dal Zilio.

31/05/2017

Le pagine della cronaca locale negli ultimi giorni sono state animate dal dibattito sulla questione Ryanair: da un lato la società annuncia nuovi ampliamenti delle tratte, dall’altro i cittadini si dimostrano sempre più intolleranti al passaggio dei velivoli sopra le loro teste.
Il 24 maggio scorso, durante una conferenza stampa (vedi l’articolo pubblicato a pagina 20), il colosso irlandese dei voli low cost ha presentato il proprio piano dei voli per la stagione invernale negli scali di Treviso e Venezia.
Il sales & marketing manager della compagnia, John F. Alborante, ha colto l’occasione per commentare una delle questioni più spinose che dal 2009 coinvolge Ryanair: la causa intentata da Guido Favaro, ex macellaio di Quinto di Treviso, che il 27 agosto di otto anni fa ha visto i coppi del tetto della sua casa in via Contea prendere letteralmente il volo dopo il passaggio di un velivolo di linea. Il manager della compagnia aerea sostiene che la colpa sia dei tetti costruiti male e, nonostante il tribunale di Treviso abbia dato ragione al pensionato, Ryanair è ricorsa in appello con l’obiettivo di non aprire il portafogli.
“Si difendono attaccando - commentano i coniugi Favaro - non ci hanno mai considerati una minaccia, anzi ci hanno sempre sottovalutato, ma siamo fermi sulle nostre posizioni, andremo avanti anche se loro sono sicuri di vincere”. L’obiettivo è quello di ottenere un risarcimento pari a 25mila euro, denaro destinato anche alla copertura delle spese legali. Nonostante il tribunale di Treviso abbia dato ragione alla famiglia Favaro, nemmeno un euro è arrivato nelle loro tasche e il signor Guido continua a chiedere “giustizia e tranquillità”. “E’ stato un errore umano, per due volte nella stessa settimana un aereo è volato troppo basso e ha causato danni prima al tetto, poi al telone che avevamo in cortile. Può succedere, ma va ammesso e vanno affrontate le conseguenze. L’aeroporto non va chiuso - continua l’ex macellaio – è un’opportunità, anche economica, per molte famiglie, ma vanno rispettate le norme e va gestito in sicurezza, d’altronde quando ancora era un aeroporto militare, non ci sono mai stati problemi”. Per concludere il signor Favaro invita Alborante “a stare qui in via Contea per una decina di giorni, per capire cosa provano i cittadini di Quinto con quei colossi che volano basso sopra le loro teste”.
Il signor Guido non è però l’unico a Quinto ad aver subito dei danni a causa del passaggio a bassa quota degli aerei. La signora Gabriella, residente in vicolo Marangon, nel febbraio dell’anno scorso, ha visto schizzare via dieci metri quadrati di coppi del tetto, un evento che poteva trasformarsi in tragedia dal momento che la pioggia di tegole ha rischiato di colpire una vicina che si trovava nel cortile della casa accanto. “Alla fine ho dovuto pagare le riparazioni di tasca mia e lasciar perdere – afferma la donna -. Non ho avuto alcun sostegno, né da parte delle autorità, né dai dirigenti Ryanair. Sono stata all’aeroporto per chiedere informazioni, per sapere a chi rivolgermi, ma sembrava che nessuno sapesse niente. Non me la sentivo di intentare una causa e di sostenere tutte le spese legali, così ho preferito pagare le riparazioni e basta”.
Il sindaco di Quinto, Mauro Dal Zilio, è arrabbiato per le parole del dirigente Ryanair: “Manca di rispetto ai cittadini. Ad oggi il Comune ha già fatto una diffida al Ministero per lo sforamento del numero di voli, ma la società aerea se ne frega. E’ stato proposto – continua il primo cittadino – un masterplan di 22.499 voli, segno che fanno quello che conviene di più loro dal punto di vista economico, il tutto passando sopra la testa dei cittadini”.
Infine il sindaco Dal Zilio rivolge un appello alle Amministrazioni confinanti: “Invito i miei colleghi a togliersi la casacca politica per indossare quella di amministratori e difendere i cittadini. E’ ora di fare qualcosa di concreto”.

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