lunedì, 16 settembre 2024
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Riese Pio X: ospiti del centro Atlantis di casa dalle Discepole del Vangelo

"Quella che inizialmente sembrava essere una semplice ospitalità, si è rivelata una possibilità di relazioni autentiche, per noi sorelle e per le persone del nostro paese", raccontano le Discepole del Vangelo

Un luogo dove ciascuno trova il suo posto, in cui si moltiplicano le occasioni di incontro e le relazioni generano nuove amicizie e occasioni. E’ accaduto a Riese Pio X, dove alcune persone che frequentano il centro Atlantis di Castelfranco, ormai, sono di casa. Tanto che sono passati da essere accolti a diventare autentici “ambasciatori’ di prossimità.

“E’ proprio il caso di dire che l’emergenza si è trasformata in preziosa opportunità - spiegano sorella Marzia e sorella Chiara, della fraternità delle Discepole del Vangelo a Riese -. Durante la pandemia, il centro Atlantis, che si occupa di persone con disabilità, aveva dovuto sospendere la normale attività, perché gli spazi non garantivano il rispetto delle norme di sicurezza richieste”.
Grazie alla collaborazione tra la parrocchia e la Fondazione Sarto, che gestisce la casa natale e il museo di San Pio X, la fraternità “Emmaus” della congregazione religiosa, nel 2020 ha aperto le porte a un gruppo di ragazzi di questo centro, dando loro la possibilità di continuare a ritrovarsi.

“Quella che inizialmente sembrava essere una semplice ospitalità, si è rivelata una possibilità di relazioni autentiche, per noi sorelle e per le persone del nostro paese”, raccontano le Discepole del Vangelo. Attraverso la loro presenza, il loro sorriso e la voglia di mettersi in gioco con le capacità proprie di ciascuno, è stato possibile realizzare piccoli progetti a servizio della comunità. I ragazzi, insieme ai volontari della casa natale di San Pio X, aiutano nelle visite guidate ai pellegrini, nelle attività con bambini e ragazzi (giochi, cacce al tesoro…), nella pulizia dei locali, nel giardinaggio e in diversi altri servizi.

“Grazie alla loro semplicità - proseguono sorella Marzia e sorella Chiara -, ben presto si sono fatti conoscere in paese, e ora la nostra fraternità è luogo per tante persone che, spontaneamente, passano per un saluto e per bere un caffè con loro”.

Ma il soffio della carità non è finito qui. Recentemente, anche i ragazzi hanno iniziato ad andare a trovare regolarmente alcune persone del paese: “Questi momenti sono sempre tanto attesi da entrambe le parti e l’accoglienza è grande! La loro presenza «speciale» è motivo di grazie al Signore per il dono della vita, che, in ogni situazione, può essere messa a servizio degli altri con gratuità, senza dare per scontato tante cose, che spesso nemmeno riusciamo a cogliere e apprezzare. Facciamo, prima di tutto, l’esperienza di essere accolti, da una semplicità disarmante, che ci aiuta a stare «alla pari» nelle relazioni, perché tutti hanno qualcosa di bello da offrire - concludono le religiose -. Ciascuno di noi è un piccolo pezzo di puzzle, che, unito agli altri, forma un quadro meraviglioso, proprio perché nessuno è escluso e ciascuno è «al suo posto»!”.

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