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Resana: musica di solidarietà

Sabato 30 gennaio alle 20.45 presso la chiesa di Resana avrà luogo un concerto di beneficenza dell’associazione culturale Officine Sonore, insieme alla corale Santa Cecilia di Resana e al Coro Chiara Genziana, a favore del Caritas Baby Hospital di Betlemme.

Il “treno” della solidarietà passa in questi giorni per Resana, carico di bambini ammalati. È un treno insolito. Non si annuncia con un fischio, ma con una melodia, perché la musica è universale.

La fermata è prevista presso la chiesa di Resana, dove sabato 30 gennaio alle 20.45 avrà luogo un concerto di beneficenza dell’associazione culturale Officine Sonore, insieme alla corale Santa Cecilia di Resana e al Coro Chiara Genziana, a favore del Caritas Baby Hospital di Betlemme.

Le porte di quest’ospedale pediatrico sono aperte ogni giorno, dal 1952, per bambini ammalati e per le madri, indipendentemente dalla loro religione e dalla loro estrazione sociale.

Oggi, il Caritas Baby Hospital è diventato un’oasi di pace per i piccoli e per le loro famiglie che vivono in Cisgiordania, dove sono circa 300mila i bambini privi di una reale possibilità di assistenza sanitaria. Tale emergenza, unita alla situazione di continuo conflitto nella Striscia di Gaza, ha reso preziosa e insostituibile l’opera della struttura in quei territori. Ogni anno, infatti, il poliambulatorio del Caritas Baby Hospital fornisce le cure necessarie a 38 mila bambini e negli 82 letti dei reparti vengono accolti più di 4 mila piccoli pazienti.

“Da due anni i ragazzini di quinta elementare e di prima media costruiscono dei presepi, che vengono esposti in mostra in chiesa - spiega il parroco di Resana don Giuliano Comelato -. Si tratta di venticinque o trenta presepi fatti su scatola per raccogliere fondi per l’ospedale dei bambini di Betlemme. L’anno scorso sono stati donati più di mille euro. Quest’anno si è pensato di prolungare la mostra e organizzare questo concerto”.

L’ospedale, seguito dalla Caritas svizzera, non riceve finanziamenti né dal governo palestinese né da quello israeliano, ma vive soltanto di carità, per essere libero di curare tutti i piccoli bisognosi. D’altra parte, afferma il direttore di Officine Sonore Giorgio Mattis: “L’iniziativa di accogliere bambini di ogni cultura ci ricorda, ancora una volta, che in fondo siamo tutti uguali. È questo il messaggio che Officine Sonore, attraverso il linguaggio universale della musica, vorrebbe trasmettere”. 

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