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Rafforzati nella fede: San Gaetano parrocchia da quarant'anni

La comunità montebellunese ha festeggiato domenica scorsa l'importante anniversario di istituzione della parrocchia, con la presenza del vescovo G. A. Gardin. Inaugurata anche la casa della carità.

Domenica 11 febbraio la comunità di San Gaetano di Montebelluna ha festeggiato 40 anni di istituzione: una giovane “istituzione”, per i parrocchiani, vissuta in preghiera e con la presenza del nostro Vescovo. I festeggiamenti sono iniziati sabato 3 febbraio con la presenza dei coniugi Mannoia di Catania, che hanno portato la loro testimonianza di fraternità e del ruolo della famiglia nella comunità parrocchiale. Venerdì 9 abbiamo pregato davanti all’Eucarestia e approfondito, attraverso testi presi dall’Evangelii Gaudium e da alcuni documenti di mons. P. Magnani e mons. A.B. Mazzocato, cosa vuol dire “essere parrocchia”. Martedì 13 abbiamo ospitato suor Anna Nobili con la sua testimonianza di conversione e di impegno nel far conoscere la Holy dance, danza sacra, per pregare. Domenica 11 alle 10.30 tutta la comunità si è riunita nella celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Gianfranco Agostino Gardin, con la benedizione della chiesa rinnovata dopo 9 mesi di restauro. Il consiglio pastorale, a nome della comunità, ha salutato le religiose presenti, quelle originarie e quelle che hanno servito la nostra parrocchia, e i sacerdoti: mons. Alberto De Castello, da poco inseritosi nella collaborazione pastorale di Montebelluna, don Sandro Dalle Fratte, già nostro parroco, don Aldo Danieli, originario di San Gaetano e in rappresentanza degli altri che per vari motivi non sono potuti venire, don Davide Schiavon, direttore della Caritas Tarvisina. Ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza in un giorno così importante per la nostra comunità, che da quel febbraio 1978 si è messa in cammino per diventare una comunità animata dal Vangelo, sostenuta dall’Eucarestia e mossa dalla Carità: c’è ancora molto da camminare, grazie anche alla collaborazione pastorale avviata nello scorso anno e alla missione popolare che abbiamo vissuto con i padri cappuccini nel 2017 proprio a febbraio. “I motivi di gratitudine verso il Signore sono molti, in particolare oggi per l’avvenuto restauro e consolidamento della chiesa e per l’inaugurazione della Casa della Carità, frutto del cammino compiuto durante l’anno santo della misericordia e resa possibile grazie all’aiuto di molte persone.
Queste strutture oltre al Centro parrocchiale e alla Casa del Giovane ci ricordano che i pilastri fondamentali che formano la comunità cristiana sono la formazione a partire dall’ascolto della Parola, la liturgia, nell’Eucarestia, e la carità che si concretizza nel prendersi a cuore le varie povertà”. Il Vescovo durante il suo intervento ha proprio sottolineato questi pilastri e ci ha invitato a essere “pietre vive”, solide, per diventare insieme “Corpo di Cristo”. Nello spezzare la parola di questa domenica ha sottolineato il gesto “impetuoso” del tendere la mano che ha Gesù nei confronti del lebbroso, verso il quale ha subito avuto compassione; di questa compassione il Vangelo è pieno, ed è giusto riconoscere quante persone, nel silenzio e nel segreto delle famiglia, si chinano sui malati: “la bellezza nel mondo è la compassione di uomini per altri uomini perché questo fa trasparire la compassione di Dio verso gli uomini”. La porta dell’incontro con Dio è sempre aperta, sta a noi riconoscere che suo figlio Gesù ha portato per primo su di sé i nostri peccati. Il vescovo ha concluso l’omelia dicendo: “da questi episodi della vita di Gesù vorrei che aumentasse l’amore verso il Signore, perché i nostri dubbi, le nostre fatiche, lui li risana! Ci risani e ci apra gli occhi sulla sua bontà… manifestazione e occasione per mostrare agli altri l’amore che Dio ci ha rivelato”.
E, in sintonia con quanto ci ha detto il Vescovo, sono state le preghiere dei fedeli: abbiamo chiesto che la nostra comunità si rafforzi nella fede, cresca nella speranza e operi nella carità, e, ritrovando nel volto di Cristo il cuore pulsante di ogni sua azione sappia riconoscere la voce dello Spirito Santo per muovere, in comunione con la chiesa diocesana i suoi passi secondo la volontà del Padre. Un’altra preghiera è stata dedicata al Vescovo e a tutti i sacerdoti e religiosi che sono cresciuti qui o che hanno servito la nostra comunità, perché trovino nella loro relazione con il Signore la forza di continuare a servire il Vangelo e la Chiesa donandosi con gioia mediante il ministero a loro affidato: l’intercessione di Maria ottenga per loro salute, serenità e abbondanti grazie. Conclusa la messa ci siamo spostati verso la Casa della Carità, una casa che la parrocchia ha acquistato e sistemato per farne luogo di raccolta e distribuzione di cibo e indumenti per le situazioni di bisogno: dopo la benedizione del Vescovo, un papà, che è stato aiutato dalla nostra Caritas, ha sistemato un crocifisso nell’ingresso della casa. La nostra festa è proseguita con il pranzo della comunità al quale hanno partecipato sacerdoti della collaborazione e della diocesi, e durante il quale sono stati mostrati importanti documenti storici relativi alla nostra comunità, i più antichi risalenti circa al 1680. Sono stati ricordati anche quanti non hanno potuto essere presenti, ma hanno inviato un saluto e un ricordo per questa ricorrenza. La festa si è conclusa con i dolci che molti hanno portato per condividere la gioia di essere una comunità in festa.

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