lunedì, 16 settembre 2024
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"RacCantiamoci": grande successo per l'iniziativa del coro giovani di Salvarosa

Uno spettacolo davvero fuori dal comune quello proposto dal coro giovani di Salvarosa alla sagra del paese la scorsa domenica sera. Un viaggio a ritroso nel tempo che ha ripercorso la storia della piccola frazione di Castelfranco attraverso un riuscitissimo mix di canzoni, foto e aneddoti.

Uno spettacolo davvero fuori dal comune quello proposto dal coro giovani di Salvarosa alla sagra del paese la scorsa domenica sera. Un viaggio a ritroso nel tempo che ha ripercorso la storia della piccola frazione di Castelfranco attraverso un riuscitissimo mix di canzoni, foto e aneddoti. L’iniziativa, nata in concomitanza con la mostra fotografica “C’era una volta Salvarosa” (che resterà aperta fino a fine ottobre), ha ottenuto uno straordinario successo: oltre 400 i presenti tra il pubblico, più di qualcuno costretto a restare in piedi.
Gli aneddoti su Salvarosa – suddivisi in vari nuclei riguardanti l’emigrazione, il progresso economico e tecnologico, la chiesa e i sacerdoti, gli scherzi dei compaesani, e sapientemente raccontati dai presentatori Walter Squizzato e Luigino Brunato – si sono intrecciati con un assortimento di grandi classici della musica italiana e non: “Tintarella di luna”, “La donna cannone”, ma anche “We’re the champions” e “Thriller”.
La direttrice del coro, Camilla Nogarotto, alla fine del concerto è visibilmente emozionata – E’ stato faticoso – ammette – ma il risultato va al di là di ogni aspettativa. Questo grazie all’ottimo lavoro di squadra, alla bravura dei solisti, dei musicisti e del service  –. E si gira verso il pubblico a incontrare gli occhi lucidi dei più anziani, che hanno rivissuto frammenti della propria giovinezza, e quelli meravigliati dei più giovani, che hanno intravisto forse per la prima volta alcune delle radici da cui provengono.
Uno spettacolo che si è aperto sulle note di “Io vagabondo” – e con il ricordo degli esuli salvarosani che ascoltavano commossi la registrazione delle campane del paese inviata loro dal parroco – e si è chiuso con “Gli altri siamo noi” di Umberto Tozzi, per ricordarci che la storia torna volentieri a ripetersi, anche se con prospettive differenti. Insomma davvero una performance col botto, più forse dei fuochi d’artificio che hanno concluso la serata.

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