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Quinto, un secolo con le suore Dorotee

Domenica 20 ottobre, nella chiesa di San Giorgio a Quinto, si è celebrata una messa di ringraziamento per i 100 anni di presenza delle religiose nelle comunità di Quinto, Santa Cristina e nella località di San Cassiano. Molte le suore presenti per festeggiare le consorelle, soprattutto i cinquant’anni di professione religiosa di suor Loredana Pegoraro, suor Florisa Capuzzo, suor Rosa Bravi.

Domenica 20 ottobre, nella chiesa di San Giorgio a Quinto, si è celebrata una messa di ringraziamento per i 100 anni di presenza delle suore Dorotee nelle comunità di Quinto, Santa Cristina e nella località di San Cassiano. Molte le suore presenti per festeggiare le consorelle, soprattutto i cinquant’anni di professione religiosa di suor Loredana Pegoraro, suor Florisa Capuzzo, suor Rosa Bravi.

A nome dell’Istituto, la delegata della Provincia adriatica, suor Giuseppina Marin, ha ringraziato il Signore per il dono reciproco delle suore alle comunità e delle comunità alle “sue” suore; si è congratulata anche con i molti fedeli presenti e con il gruppo di sacerdoti concelebranti per l’affetto mostrato in questi cento anni.

Nel 1919 le suore Dorotee hanno risposto alle necessità delle parrocchie di quel tempo aprendo la “Casa di Quinto” e intrecciandone l’attività con i momenti della vita parrocchiale. Il 10 aprile 1919, la superiora così descriveva l’ingresso delle suore in paese: “Le campane suonavano a distesa, mentre una folla di gente, la maggior parte bambini e ragazze, ci attendevano con un’aria di solenne festività!”. Un inizio festoso, che è continuato, con tranquillità e costanza, nelle vicende liete o difficili di questi cento anni. In questo tempo, le suore hanno cercato di realizzare il carisma del loro fondatore, il beato don Luca Passi, divenendo “guide amorose” per le giovani generazioni, fornendo l’affetto, l’attenzione, la cura che veniva dal loro essere donne e consacrate.

La Casa divenne asilo, scuola di lavoro, ricreatorio festivo per la ragazze e formazione morale delle giovani. Già due anni dopo, il 2 maggio 1921, l’arciprete don Girotto comunicava alla Superiora Generale che “le giovani che frequentano le suore si distinguono più in bontà e spirito di pietà”.

Altri ricordi hanno arricchito la celebrazione. Da vent’anni è presente il gruppo dei “Cooperatori dell’Opera di Santa Dorotea”, al quale aderiscono i fedeli che condividono il carisma delle suore, portando la presenza amorosa del Signore in famiglia, nei rapporti di parentela e di amicizia, nella vita professionale e civile.

Un altro ricordo, nella Giornata missionaria mondiale, è stato per la figura di suor Gina Simionato, uccisa nel 2000 in Burundi: un esempio di profonda fede nel Signore e di vita interamente donata.

La festa è poi continuata con un momento conviviale in oratorio e con il pranzo comunitario, nel quale i partecipanti hanno potuto conversare, scambiare ricordi, auguri e affetto con le suore “ritrovate” e, forse, mai perse di vista, perché ci hanno toccato il cuore sin dalla nostra giovinezza.

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