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Progetto di fusione dei Comuni della Pedemontana del Grappa: Monfumo fuori?
Ad ottobre scorso presentato uno studio di fattibilità della Regione Veneto in merito alla fusione di un gruppo di Comuni della Pedemontana del Grappa. Dovrebbe nascere un Comune di circa 12 mila abitanti.
Si assottiglia il gruppo dei Comuni che intendono partecipare alla fusione nella Pedemontana del Grappa. Monfumo sembra proprio che non ci sarà. Dovrebbero, invece, resistere attorno al progetto i Comuni della Valcavasia, Castelcucco, Cavaso del Tomba e Possagno a cui, come è noto, si aggiungerebbe anche il nuovo Comune di Pieve del Grappa.
Lo studio di fattibilità finanziato direttamente dalla Regione Veneto è stato presentato in ottobre e ha dato risultati incoraggianti sulle possibilità di razionalizzazione ed efficientamento dei 5 Comuni. (Purtroppo lo studio non ci è stato inviato, neppure una sintesi, e non abbiamo i dati precisi, ndr). Entro la fine dell’anno i Comuni dovrebbero organizzare incontri con la popolazione, ma soprattutto fare un primo sondaggio, anche se informale. Dopo tanto parlare, si dovrebbe essere alla stretta finale, perché la Regione del Veneto deve promulgare una legge per poter effettuare i referendum e fissarne le date.
Inizialmente dovevano essere circa 15 mila abitanti, ora con il ritiro di Monfumo, si dovrebbe comunque arrivare a un grosso Comune di oltre 12 mila abitanti, la metà dei due centri più importanti, ovvero Montebelluna e Castelfranco, una massa critica non trascurabile. In generale, dopo una fusione lo Stato eroga contributi straordinari per i dieci anni decorrenti dalla fusione stessa (l'aumento di fondi dallo Stato dovrebbe essere pari a 16 milioni anno per Comune). La Regione mette sul piatto 750 mila euro in tre anni, la razionalizzazione delle spese potrebbe portare fino a 100 mila euro all’anno in Comune e i costi dell’Amministrazione potrebbero vedere una riduzione di 168 mila euro ogni anno.
“Lo studio ha ribadito l’omogeneità storica, sociale, umana ed economica del territorio interessato. Ha messo in luce grandi aspetti positivi – ha avuto modo di dire Gino Rugolo, sindaco di Cavaso -. I sindaci ci stanno mettendo la faccia, ma è chiaro che è un percorso che necessita di molto coraggio”. Paolo Mares, sindaco di Castelcucco, condivide lo studio, ma serve un ulteriore approfondimento, ci sono dei passaggi lacunosi da colmare. “Dobbiamo capire come evolverà ogni singolo Comune dal punto di vista strutturale, se ci sarà un unico edificio, dove saranno dislocati i diversi servizi, dal Sociale alla Protezione civile”. Sulla carta il finanziamento potrebbe eliminare l’Imu. “Il vantaggio non è solo sulle risorse, anzi questa è una logica riduttiva. Il tema fondamentale è la razionalizzazione, potremo avere un unico mezzo per la manutenzione delle strade, personale più specializzato in settori come l'ufficio tecnico o i tributi. Anche le indennità per sindaci e assessori sarebbero ridotte”.
Ha tirato, invece, il freno il sindaco di Monfumo, Luciano Ferrari. “Sono sempre stato scettico di fronte a questa prospettiva. Sento una sorta di rispetto morale verso i cittadini che mi hanno votato: mi hanno dato il privilegio di essere sindaco in un paese che non è il mio di origine, e non voglio essere certo il responsabile della sua scomparsa come unità amministrativa”. Ferrari conferma di aver partecipato allo studio di fattibilità. “Sarebbe stato stupido non approfondire in maniera qualificata l’idea della fusione. Il risultato però, lascia intatti i dubbi, anzi li ha rafforzati. Nelle riunioni pubbliche, che periodicamente facciamo, spiegherò ai cittadini questa scelta. Con la fusione arrivano tanti soldi, ma io e i componenti del Consiglio non siamo lì per i soldi, ma per fare il meglio possibile per la popolazione. Dentro la fusione saremmo stati una parte residuale, con ridotta capacità decisionale e di gestione”.
Non si lamenta Ferrari delle risorse disponibili. “Riusciamo a fare tutto e non solo grazie a me e ai miei consiglieri, ma anche grazie al personale che lavora con entusiasmo e responsabilità. Sia pure con mezzi limitati, quello che serve per il nostro Comune siamo sempre riusciti a farlo. La recente mia rielezione e la conferma del Consiglio ne sono chiara testimonianza”.