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Pier Alberto Guarniero: giovane castellano prof a Warwick

Pier Alberto Guarniero ha messo le sue passioni in valigia ed è volato in Inghilterra per un dottorato di ricerca all’Università di Warwick. Ora, a pochi mesi dalla consegna della tesi, il suo sogno è diventato realtà: insegnerà Probabilità e Statistica nella prestigiosa università britannica, a tempo indeterminato.

Castellano, classe 1988, una passione per il calcolo delle probabilità e il suo insegnamento. Pier Alberto Guarniero ha messo tutto in valigia ed è volato in Inghilterra per un dottorato di ricerca all’Università di Warwick. Ora, a pochi mesi dalla consegna della tesi, il suo sogno è diventato realtà: insegnerà Probabilità e Statistica nella prestigiosa università britannica, a tempo indeterminato.

Pier Alberto, ci parli della tua formazione?

Ho frequentato il Liceo Giorgione, indirizzo Pni, dove ho avuto come docente la professoressa Giuliana Lo Giudice, che mi ha trasmesso una passione importante. Ci ha insegnato un argomento che non sempre si affronta al liceo: il calcolo delle probabilità. Ho proseguito con triennale e magistrale in Matematica a Padova, entrambe con indirizzi applicativi perché mi piacevano molto il calcolo delle probabilità e l’analisi stocastica. Ho continuato gli studi con un Master in Finanza a Bologna, e poi ho lavorato come trader in banca. Pur trattandosi di uno stage, avevo un portafoglio azionario da gestire, ovviamente sotto la supervisione di un impiegato senior. Immagina una sala da film, dove ci si gridano codici davanti a innumerevoli monitor. È stata un’esperienza bella, che mi ha formato, ma ho capito che non era il mio posto. Terminato lo stage, ho fatto soltanto una richiesta di dottorato, a Warwick, e sono stato preso. Ora sto per consegnare la tesi sul Metodo di Montecarlo.

E dopo la tesi inizierai la tua carriera di docente. Come sei riuscito, a ventott’anni, ad ottenere un incarico tanto prestigioso?

Non stavo neanche cercando lavoro - sto terminando la tesi di dottorato - quando ho visto che era aperta una posizione fantastica in ambito didattico, sempre a Warwick. Ma era destinata a profili senior. Ho dunque chiesto consiglio ai miei professori, che mi hanno suggerito di provarci ugualmente. Avevo infatti diverse esperienze didattiche all’attivo, in virtù delle quali ho anche vinto un premio per l’insegnamento nel 2015. Alla fine ho deciso di tentare e, prova dopo prova, sono giunto all’ultimo colloquio.

Ce lo racconteresti?

Competevo con persone di 45-50 anni, con molta più esperienza di me. In attesa di entrare al colloquio finale, ho incontrato un “professorone”. Mi ha chiesto cosa ci facessi lì. Gli ho spiegato che ero uno studente di dottorato e concorrevo per quel posto da insegnante. “Dottorato? E ti candidi per questa posizione senior? - mi ha chiesto stupito. - Va bene dai, un colloquio in più ti farà bene...” ha commentato.

Ma si sbagliava a ironizzare, perché quel posto, alla fine, l’hai ottenuto proprio tu...

Sì, ha fatto gioco forza il mio modo di essere. Ha premiato la mia passione e il mio cercare di coinvolgere, di comunicare. Ovviamente il percorso che ho fatto ha sorretto il modo in cui mi sono posto, perché questa passione per l’insegnamento l’ho avuta luogo tutto il dottorato.

Quindi sarai docente universitario a tutti gli effetti.

Sì, il contratto inizia ad agosto: insegnerò Probabilità e Statistica alla triennale. Non c’è un equivalente in Italia per il mio incarico. Qui in Inghilterra ci sono due carriere alternative: quella della ricerca e quella didattica. In Italia, invece, non c’è una carriera per l’insegnamento.

Come sarà la tua didattica?

Ci sono tanti docenti, e ciascuno lavora in maniera diversa. A me piace insegnare nel modo in cui io sono: spontaneo, creativo, comunicativo; mi piace giocare, avere un rapporto molto umano con gli studenti. Insomma, assecondare la propria indole, anche nel fare lezione, è una chiave vincente per trasmettere qualcosa in più.

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