venerdì, 18 ottobre 2024
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Pedemontana: Veneto “ridisegnato”

Aperto l’ultimo tratto vicentino, manca solo il collegamento diretto all’A4. La soddisfazione di Zaia e i nuovi scenari che si prospettano

Non si può dare torto a Luca Zaia, presidente del Veneto, quando, inaugurando l’ultimo tratto dei 94 chilometri della Superstrada pedemontana veneta ha affermato: “Siamo davanti a un’opera che ridisegna il Veneto e il modo di percepire le distanze nella nostra regione”. Ora, il problema sarà capire se ne è valsa la pena, e a che prezzo economico e ambientale l’opera è stata completata.

Dal 29 dicembre 2023 la nuova arteria è interamente percorribile e a chiudere il collegamento “passante” dall’A27, dall’area friulana a trevigiana, al Veneto occidentale e alla Lombardia, mancherà solamente il collegamento diretto all’autostrada A4, a Montecchio Maggiore.

Già oggi, uscendo a Montecchio sud ed entrando al casello Montecchio sulla A4, in tutto tre minuti fuori autostrada, il collegamento possiamo ottenerlo senza troppo sforzo.

Ha ragione Zaia, perché ora la Pedemontana vicentina e quella trevigiana si collegano in circa tre ore a Milano, o comunque alla Lombardia. Altrettanto facile scendere verso sud, raggiungendo l’autoBrennero, o salire a nord, verso Austria e Germania.

Verso est, la Spv ha tagliato i tempi di percorrenza in direzione Conegliano, Vittorio Veneto, ma anche Pordenone e il Friuli.

Il nuovo tratto ha due gallerie naturali importanti, quella di sant’Urbano e la più lunga galleria naturale presente in Veneto, ovvero le canne della galleria di Malo, che congiungono in pochi minuti la valle dell’Agno e val Leogra: più di sei chilometri di alta tecnologia, con canne indipendenti e galleria di emergenza centrale.

Questa galleria è stata ferma circa 20 mesi, a causa di un terribile incidente sul lavoro, in cui ha perso la vita uno degli operai che lavoravano alla Spv. Il suo collaudo è stato impegnativo, si è simulato un incendio in entrambe le canne e il guasto a uno dei generatori di soccorso. Durante l’operazione, l’unico generatore rimasto ha garantito il ricambio d’aria, nel caso di un’emergenza, tutti coloro che erano dentro la galleria avrebbero potuto salvarsi. Abbiamo percorso il nuovo tratto di 22 chilometri, tratto che conclude l’impegno di Sis e di Regione Veneto, in quanto il collegamento con la A4 sarà completato, entro aprile, dalla società che gestisce la Brescia Padova.

Arrivando dall’autostrada A4 e uscendo a Montecchio, in provincia di Vicenza, in pochi minuti si raggiunge il casello di Montecchio sud, inizio della Spv: è sufficiente imboccare la “bretella delle Alte”. Un tratto breve, ma preoccupante, per il sindaco di Montecchio Gianfranco Trapula: i veicoli in uscita o in entrata dalla Spv sono costretti a percorrere la viabilità comunale, paralizzando l’area tra Montecchio e Brendola. “Accolgo con favore l’attesa apertura dell’intero tracciato della Pedemontana, ma la Brescia-Padova dovrà inevitabilmente anticipare i tempi di ultimazione del raccordo con il casello A4”. L’ultimazione del raccordo nelle due direzioni è prevista entro il 30 aprile. A complicare il lavoro, la contemporanea realizzazione dell’alta velocità, la Tav tra Vicenza e Verona.

Una volta entrati nella Spv attraverso un piccolo casello, due soli varchi, poi si corre veloci e ai lati dell’autostrada, fino al casello di Montecchio nord Arzignano, ci sono le complanari della provinciale 246; la Sis non ha lesinato sulla viabilità complementare in quest’area vicentina.

Nella prima parte di questo nuovo tratto della Spv si corre fuori terra, a piano campagna, ma poi si scende in trincea che è la caratteristica fondamentale di questa strada, costosissima, anche perché è stata fatta questa scelta per limitare l’impatto ambientale.

Abbiamo contato una quindicina di gallerie artificiali per lo scavalco di strade, per i passaggi naturalistici e addirittura per un vasto parcheggio.

Poi la prima galleria naturale, quella di Sant’Urbano, e al 13° chilometro circa il casello Valle Agno che precede un tratto in trincea. Ecco, poi, l’opera più impegnativa della Spv, la galleria di Malo, più di sei chilometri. Dopo la galleria si trova il casello di Malo, che completa il nuovo tratto, perché poi si incontra la interconnessione con la A31 Valdastico, già aperta da tempo.

Un percorso totale di una decina di minuti, che chiude quell’arco che va dalla A27 alla A4 e che trasforma la Spv in un passante alto del Veneto, una variante strategica del corridoio 5 europeo. In totale i 94 chilometri si percorrono in 45 minuti.

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