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Paese, grande festa per l’asilo: ricordati i vent’anni della nuova struttura

La celebrazione è coincisa anche con i centodieci anni della prima struttura, la casa del popolo, eretta da mons. Andreatti. Il nuovo edificio fu inaugurato il 9 gennaio 2005
16/01/2025

Grande festa, a Paese, domenica 12 gennaio, per il ventennale della scuola dell’infanzia San Giuseppe, ricorrenza coincidente con il 110° anniversario dell’avvio della prima struttura, la casa del popolo, eretta da mons. Attilio Andreatti, e l’arrivo delle Suore francescane della congregazione del Sacro Cuore.

Il nuovo edificio, fatto costruire da don Livio Buso su progetto di Stefano Nicoletti, fu inaugurato il 9 gennaio 2005, dal vescovo Andrea Bruno Mazzocato, presente il sindaco Valerio Mardegan: “La più bella scuola del Veneto”, si disse, guidata allora da suor Lina Cavasin. Fu un impegno importante, di circa 1,6 milioni di euro, assunto in sinergia con il Comune, che si accollò un quarto della spesa, con un mutuo decennale. Il resto rimase a carico della parrocchia, che pagò le rate fino a qualche anno fa, con l’attuale parroco, don Giuseppe Tosin, che domenica scorsa all’omelia della solenne celebrazione delle 9.30, ha messo l’accento sul fatto che non si festeggiano le pietre, ma le tante persone che vi hanno prestato servizio, non soltanto per educare, ma per formare una comunità cristiana fedele ai propri valori. Per l’occasione erano presenti autorità civili e religiose, a partire dalla sindaca, Katia Uberti, oltre alla Fism con la sua presidente, Simonetta Rubinato.

Vent’anni fa, pur accogliendo 225 bambini, il massimo consentito, la scuola non riusciva a soddisfare la domanda, cosicché, per assicurarsi l’iscrizione dei figli, i genitori passarono delle nottate all’addiaccio. Ne parlarono i media nazionali.

Da allora, i tempi sono notevolmente cambiati, e anche la San Giuseppe registrò alti e bassi, come quando i contributi tardavano ad arrivare, e, poi, nell’utenza, complice l’inverno demografico tuttora in atto. La crisi fu fronteggiata grazie ai parrocchiani e alla sensibilità dell’Amministrazione, che i contributi non li ha mai fatti mancare. Mossa vincente fu l’avvio della sezione Primavera, e non è mancata l’accoglienza di bambini con bisogni speciali e di altre culture. Ciò non ha impedito alla scuola di rimanere fedele alla sua missione, ossia al metodo formativo cristiano, senza discriminazioni, facendosi anche carico di situazioni di disagio.

Pure sul piano pedagogico c’è stato un adattamento ai tempi, afferma Elisa Rossl per il personale docente. “Le maestre sono le colonne portanti, come lo è la segretaria Betty De Pieri”, afferma suor Chiara Ceron, che guida l’istituzione dal 2010. Certo, si deve sottolineare che le famiglie sono quelle di una società radicalmente cambiata. Molti genitori, fortunatamente, fanno squadra supportando la scuola in vari modi, oltre a tanti volontari. Purtroppo, la comunità delle religiose, nel ventennio si è notevolmente ridotta, anche se si deve dare atto di un collegio docenti altamente qualificato, con in più tanta passione, e ciò rende la scuola parrocchiale di Paese tuttora molto ricercata.

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