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Mostra a Mogliano, le “anime e i corpi” di Safet Zec
Fino al 20 marzo al brolo Centro d’arte e cultura di Mogliano Veneto (in via Rozone e Vitale, 5) è aperta l’esposizione “Safet Zec, le anime e i corpi”, un’antologica dedicata a Zec: artista talentuoso di origini bosniache, dove è nato nel 1943, costretto a lasciare la terra natale nel 1992 a causa dell’infuriare della guerra, che a Venezia ha trovato un luogo di approdo e di rinascita. Questo intenso percorso ha trovato massima espressione nella sua partecipazione al Padiglione Venezia, durante la 60ª Esposizione internazionale d’Arte della Biennale 2024.
C’era anche Zec, elegante e gentile, il 18 gennaio scorso a Mogliano all’inaugurazione della mostra, insieme al sindaco, Davide Bortolato, al vicesindaco, Leonardo Muraro, all’assessore alla Cultura, Giorgio Copparoni, alla consigliera della Provincia di Treviso, Valeria Salvati, al parroco, don Samuele Facci, ad Angelo Zennaro, presidente dell’aps Oltre lo sguardo, che cura le mostre al Brolo di Mogliano. Davanti a loro, una grande folla di persone. “Mi fa molto piacere essere ospite di questa piccola città. Il ruolo di un artista è anche quello di muoversi, di allargare la cultura, gli spazi”, ha detto l’artista.
Ventiquattro le opere in mostra, fra le quali alcune tavole di grandi dimensioni, con pittura a olio, collage, tecniche miste e incisioni. Tre le sezioni di “Le anime e i corpi”: una prima parte in cui Zec racconta l’orrore della guerra, con tanti abbracci, sudari, mani e corpi che si stringono; la rinascita a Venezia, con le finestre e le porte nelle calli, i barattoli di colore con i pennelli; infine, la parte della speranza e del futuro.
“Quella che inauguriamo oggi è una mostra sintetica e stringata, un’antologica di grande qualità”, ha detto lo storico Romanelli, che ha curato anche il catalogo dell’esposizione, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura di Mogliano. “L’arte di Zec è profondamente etica e profetica, poiché assolutamente laica e intensamente religiosa. Nelle sue opere traspare una spiritualità intensa. Da una cipolla, sa far uscire l’universo. Zec è un pittore moderno e un grandissimo incisore, che sa dominare perfettamente lo spirito e la materia, che possiede le tecniche e presenta tante sfaccettature differenti. Lui ha studiato alla prestigiosa Accademia di Belgrado, erede delle tradizioni mitteleuropee, ma nel suo bagaglio culturale è entrata anche la pittura veneziana del ‘500 e del ‘700. Utilizza un linguaggio universale, che non lo rende per nulla nostalgico”.
Di lui, un Zennaro emozionato, ha detto: “Nelle sue opere convivono il dolore e la speranza. Ogni creazione si rivela un frammento di vita, un’armonia di gesti capace di narrare storie universali di sofferenza e rinascita”.
La mostra, con ingresso libero, è aperta tutti i fine settimana: il venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Un’opportunità da non perdere.