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Madonna della Crocetta: seicento anni di grazia per Castello di Godego

Ad aprire il sesto centenario “sulle strade di fede insieme a Maria”, è stata la solenne celebrazione eucaristica presieduta domenica scorsa da mons. Gianfranco Agostino Gardin, vescovo emerito di Treviso, e al pomeriggio la rappresentazione all’istituto salesiano e la processione dei bambini e dei genitori fino al santuario.

Sorprendono sempre le ricorrenze dei centenari di fatti religiosi, per la capacità di muovere le persone, rinvigorire la preghiera e la riflessione, accrescere la fede. Lo sarà anche per la comunità di Castello di Godego, per tutta la Castellana e la Pedemontana, legate al santuario della Crocetta che nel 2020 celebra i 600 anni dall’apparizione della Vergine. Ad aprire questo tempo di Grazia “sulle strade di fede insieme a Maria”, è stata la solenne celebrazione eucaristica presieduta domenica scorsa da mons. Gianfranco Agostino Gardin, vescovo emerito di Treviso, e al pomeriggio la rappresentazione all’istituto salesiano e la processione dei bambini e dei genitori fino al santuario.

“La devozione ininterrotta di tanti fedeli che si rivolgono a Maria per affidare al Signore, per suo tramite, numerose situazioni difficili della vita ci insegna quanto forte possa essere la fiducia nell’opera del Signore nella vita degli uomini - ha scritto mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, nel suo messaggio -. Auguro che le celebrazioni di quest’anno siano portatrici di vera gioia, di conversione, di vita nuova; che si possano vedere i frutti della preghiera nella vita di discepoli di Cristo che irradino la gioia della fede a tutti coloro che incontrano”.

Il santuario della Crocetta lega il suo nome alla storia dell’apparizione: sul calar della sera del 2 luglio 1420, un mercante ungherese, Pietro Tagliamento, si sta dirigendo con la sua mandria di bovini verso Bassano del Grappa. Pur non essendo molto pratico della via, intraprende il viaggio fidando nella protezione del Signore e della Madonna della quale è molto devoto. Giunto nei pressi di Castello di Godego smarrisce la strada e il gregge. Sfiduciato per le inutili ricerche, ma fiducioso nell’aiuto della Beata Vergine, Pietro si inginocchia e prega con intensità. E la Madonna gli appare, lo incoraggia a proseguire e gli chiede di alzare un tempietto laddove Lei pone una croce sul terreno.

“Il santuario mariano è luogo in cui i pellegrini si fermano a pregare e chiedere sostegno, conforto - ha ricordato mons. Gardin nell’omelia della santa messa presieduta con don Gerardo Giacometti, parroco di Castello di Godego, e don Angelo Caon, rettore del santuario -. Maria diventa compagna di viaggio, talvolta anche in situazioni durature difficili. La croce appartiene al cammino di coloro che seguono Gesù consapevoli che Essa indica non solo la sofferenza ma anche l’amore e la speranza”. Il vescovo emerito ha poi ripreso la bellissima lettera pastorale del cardinale Martini “La Madonna del sabato santo” sottolineando che “è colei che abbiamo bisogno di incontrare. Quando ancora la resurrezione non è compiuta, e regna lo smarrimento, la pausa, la delusione, il senso della sconfitta Maria resta la madre della speranza, capace di ricordare a tutti che con la nostra perseveranza salveremo la nostra fede”. Il santuario è luogo di consolazione e coraggio per chi soffre, di fiducia e di rinnovamento per continuare a camminare dietro il Signore Gesù.

In occasione del centenario la parrocchia di Castello di Godego ha sostenuto le opere di sistemazione della chiesa; il comitato ha lavorato molto per rendere al meglio gli esterni e contribuire ai numerosi appuntamenti che verranno. Per questa ricorrenza il maestro Renzo Simonetto ha composto l’inno alla Madonna della Crocetta.

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