Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
La compagnia di camminatori di Paese
Da anni è attivo un gruppo di escursionisti intitolato a San Martin. Nel 2020 niente "imprese" in giro per l'Europa, ma le escursioni continuano, mantenendo le giuste distanze, tra le Alpi e le Prealpi venete

Anche in tempo di pandemia, pur con le limitazioni imposte, c’è chi non si abbandona alla tristezza, al pessimismo. A Paese un gruppo di amici pensionati combatte la noia, la solitudine, la depressione che potrebbe colpirli coltivando la sana passione dell’escursionismo tra le Alpi e Prealpi venete. Passione che viene anche ora esercitata, con tutte le limitazioni del caso.
Una decina di amici ultrasessantenni, anzi più vicini ai settanta che ai sessanta, si è data perfino un nome, Compagnia de San Martìn, in onore al santo patrono. E’ tutta gente generosa che sa dare un senso alla vita, impegnata anche nel volontariato, qualcuno ha lasciato l’attività in proprio per godere finalmente di ciò che finora non si poteva permettere: il tempo libero, che con la famiglia, le relazioni sociali e il phatos per la montagna sono le bellezze della vita.
Questi amici, nel passato, hanno esplorato mezza Europa in bicicletta, portandosi in varie capitali europee (Amsterdam, Parigi, Roma…) e nei più importanti santuari (Santiago, Lourdes, Czestochowa…) a ringraziare il Cielo per la grazia di apprezzare queste “fatiche”. E c’è chi, come Bruno Cendron, già della Polizia locale, zaino in spalla, si è fatto due volte il Camino di Santiago, dai Pirenei all’Atlantico, la seconda volta con la moglie Mirka, e vorrebbe triplicare. Il pellegrino – che ha stampato perfino un diario con testi e foto a uso dei più intimi – racconta degli incontri avuti, delle sensazioni, dei segni, delle preghiere, delle emozioni provate, anche delle lacrime versate, perché, dice, “non tutti hanno il dono di comprendere il vero senso di questi itinerari, e io mi sento tanto fortunato”.
Non sono le gambe a portarti lontano, ma il cuore, lo spirito, la fede. Sono questi che ti fanno superare tutti gli ostacoli, aggiunge Cendron, che preventivamente, per allenarsi è andato al Santo di Padova a piedi, con la moglie, in due giorni. Il cuore, se ce l’hai grande e generoso, ti fa superare ogni impedimento, ogni stanchezza. Come quando questi amici percorrono i sentieri per raggiungere i bivacchi, le cime delle montagne nostrane senza mai dimenticarsi che ci sono mete ben più importanti e più elevate da raggiungere, non soltanto fisiche. Ogni anno, a San Martino – Bruno, Ivano, Orazio, Roberto, Luciano, Valter, Renato, Gianni, Andrea, e Primo – salgono a Praderadego con mogli, figli e nipoti, dove, nella casa degli alpini, affittata per l’occasione, si fa grande festa. Ogni anno, ma non quest’anno, perché il Covid-19 ha consigliato prudenza. Si limitano perciò alle escursioni loro soli, mantenendo le giuste distanze.
La bellezza di tutto ciò sta nel fatto che la passione per il trekking viene trasmessa anche alle giovani generazioni. Racconta infatti ancora l’ex vigile, che i nipoti più grandi, come regalo di compleanno, gli chiedono di accompagnarli in escursione sui sentieri montani. E’ questo il miglior riscontro che il seme è caduto sul terreno fertile, preventivamente ben concimato.