Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Grave del Piave, coordinamento contro le casse
Delibera tra i Comuni del Montello per un "Contratto di fiume" per la gestione integrata del rischio alluvioni
Continua a essere in primo piano la spinosa e complessa questione delle casse di espansione che potrebbero essere costruite sulle Grave del Piave a Ciano del Montello. Il Comune di Crocetta del Montello ha approvato all’unanimità nei giorni scorsi una delibera per la gestione integrata del rischio alluvioni, attraverso la creazione del cosiddetto “Contratto di fiume” e la stessa delibera verrà fatta propria anche dai Comuni dell’area montelliana: Nervesa della Battaglia, Giavera del Montello, Volpago del Montello, Montebelluna, Caerano di San Marco e Trevignano. E si punta pure a farla approvare anche ad altri Comuni della Sinistra Piave.
La delibera chiede il rispetto delle indicazioni già arrivate dal Ministero dell’Ambiente e delle direttive comunitarie, che sollecitano le autorità regionali competenti a intraprendere un percorso dando vita quanto prima a un “Contratto di fiume”, cioè uno strumento di programmazione e coordinamento per la gestione delle criticità lungo il fiume Piave.
“Il Ministero dell’Ambiente - ha ricordato a tal proposito la sindaca di Crocetta Marianella Tormena -, ha già dato precise indicazioni in questo senso e vogliamo che venga attivata quanto prima questa forma di coordinamento, prima di prendere in considerazione qualsiasi intervento”. Il motivo di questa presa di posizione, che corre parallela alle tante iniziative messe in campo dal Comitato per la tutela delle Grave di Ciano e da numerose associazioni, nasce dalla richiesta di alcuni enti del basso Piave di accelerare la realizzazione delle casse di espansione, sfruttando le possibilità dei fondi europei legate al Recovery Plan.
“Il nostro intento - afferma Tormena - è di far capire alla Regione Veneto che ci sono delle criticità legate alla Grave di Ciano, in primis, perché si sottopongono i Comuni di destra e sinistra Piave a un forte rischio idraulico in caso di piena e poi perché parliamo di un ecosistema di pregio e tutelato da precise leggi e direttive europee. Inoltre, gli enti impegnati in questa battaglia chiedono che si tenga conto anche del Piano Stralcio Sicurezza Idrica, redatto dall’Autorità di Distretto, in cui si evidenzia come la soluzione più idonea sia di realizzare le casse di espansione nel sito di Ponte di Piave, per una maggior efficacia idraulica e un minor impatto su ambiente e salute pubblica, oltre che a livello sociale ed economico”.
L’ampia zona delle Grave di Ciano è riconosciuta a livello europeo come un’area di protezione speciale di notevole interesse, che racchiude un patrimonio ambientale e un ecosistema molto delicato e particolarmente prezioso, che con la realizzazione delle imponenti vasche di laminazione verrebbe completamente distrutto. La soluzione delle casse di espansione nelle Grave di Ciano non risolverebbe inoltre alcun problema, secondo i Comuni del Montebellunese e il Comitato per la tutela delle Grave, mentre si dovrebbe pensare a interventi meno impattanti lungo il fiume Piave a sud di Nervesa della Battaglia. E di fatto, le Grave di Ciano sono già delle aree golenali naturali che accolgono l’acqua del fiume in piena per restituirla un po’ alla volta, il tutto nel totale rispetto dell’ecosistema esistente.