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Conservatorio Steffani: Canazza al timone

Veronese, quarantotto anni, organista, clavicembalista e compositore. Sarà Stefano Canazza il nuovo direttore del Conservatorio di Castelfranco, che entrerà ufficialmente in carica il 1 novembre 2016, all’inizio dell'anno accademico 2016/17.

Veronese, quarantotto anni, organista, clavicembalista e compositore. Sarà Stefano Canazza il nuovo direttore del Conservatorio A. Steffani di Castelfranco, che entrerà ufficialmente in carica il 1 novembre 2016, all’inizio dell'anno accademico 2016/17. Le votazioni, che si sono tenute dal 7 al 9 giugno, lo hanno visto prevalere su Giacomo Giacometti (10 preferenze) e Berardino Beggio (5 preferenze), con una scheda bianca ed una nulla.

Cinque anni a fianco a Paolo Troncon (il direttore uscente nonché presidente della Conferenza Nazionale dei Direttori di Conservatorio) hanno fruttato al neoeletto il 65 per cento delle preferenze. “Credo questo sia stato un voto di una stima personale, da parte dei colleghi che mi hanno visto lavorare con serietà in questi anni - afferma Canazza -. La mia campagna elettorale è stata concreta: poche cose ma chiare, dimostrando una conoscenza completa del Conservatorio di Castelfranco e del sistema nazionale in cui è inserito”.

Il programma di Canazza si pone in continuità con la linea di Troncon e intende svilupparla, riproponendo ad esempio Chiave classica, la fortunata stagione concertistica presso il Teatro Accademico, che l’anno prossimo giungerà alla sua quinta edizione. O portando alla luce quel piccolo patrimonio comunale di strumenti antichi, che giace dimenticato in qualche deposito della cittadina. Il progetto prevede la ristrutturazione di alcuni spazi all’interno di villa Barbarella, per adibirli a museo e l’allestimento di una rassegna di musica antica con gli strumenti che possono ancora essere suonati.

Da ottimizzare, invece, l’organizzazione della didattica: “Siamo già un conservatorio all’avanguardia, godiamo di ampia stima, abbiamo un collegio docenti di elevato prestigio, con docenti in carriera da tutta Italia e dall’estero; c’è però da migliorare in termini di aule studio, masterclass, corsi online, internazionalizzazione. Vorrei inoltre che gli studenti fossero seguiti nell’inserimento nel mondo professionale. In Lombardia, ad esempio, è stato pensato un apprendistato per i giovani, attraverso una convenzione fra la Regione e l’intero sistema della formazione terziaria regionale”.

Lo stesso sguardo proiettato verso il futuro si coglie nell’appoggio al progetto di aggregazione dei sette conservatori veneti (già uniti nel Consorzio dei Conservatori del Veneto) in un unico centro amministrativo e di servizi, articolato e specializzato in diversi poli territoriali, così come un politecnico.

Nel frattempo, tuttavia, diviene sempre più urgente per il conservatorio castellano il problema logistico: dal mese di ottobre 2016 la Provincia non pagherà più l’affitto di villa Barbarella, sede centrale dello Steffani. A questo proposito, rassicura Canazza: “Sono in ottimi rapporti con l’amministrazione comunale, con cui si sono svolti alcuni incontri. Sono dell’idea che sia necessaria una sede definitiva per lo Steffani. Potrebbe essere il Riccati, locale attiguo alla nostra sede succursale, il chiostro di san Giacomo, come previsto dal progetto della Cittadella della musica, ideato dall’ex sindaco Maria Gomierato. Per questo motivo parteciperemo a un bando del Miur, che mette a disposizione 120 milioni in 30 anni per la ristrutturazione o l’edificazione di nuove sedi per le strutture Afam. Intanto, per il prossimo anno siamo coperti fino ad ottobre dalla Provincia, poi subentrerà il Comune, che per gli ultimi mesi del 2016 e il 2017 ha già stanziato 100 000 euro; quindi andrà rinegoziato l’affitto con il proprietario, in seguito noi subentreremo con un contratto di locazione in via transitoria, in attesa di una sede definitiva”.

 

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