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Cava Morganella, mozione della minoranza del Consiglio regionale

Zanoni (Pd): “La Regione revochi l’autorizzazione a un ampliamento sottofalda di Cava Morganella fino a 60 metri, è illegale”.

Il caso di Cava Morganella, tra le più grandi d’Europa a cavallo tra i comune di Ponzano Veneto e Paese, torna in Consiglio regionale con una mozione presentata dall’esponente del PD Andrea Zanoni e sottoscritta dall’intero gruppo con i colleghi Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis e Jonatan Montanariello, a cui si sono aggiunti gli altri esponenti della minoranza, lo speaker Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto), Cristina Guarda (Europa Verde), Elena Ostanel (Veneto che Vogliamo) ed Erika Baldin (Movimento Cinque Stelle). 

 “Non possiamo permettere l’ampliamento sottofalda di Cava Morganella fino a 60 metri, in violazione dell’attuale legge e senza sapere, dopo cinque anni, la natura dei materiali presenti sul fondo. La Regione deve assolutamente revocare l’autorizzazione firmata in fretta e furia il 31 dicembre!”- sostiene Andrea Zanoni che ha recentemente depositato anche due interrogazioni in attesa di risposta - “Sull’opposizione a questo progetto non arretreremo di un millimetro. L’ampliamento dello scavo in falda potrebbe mettere a rischio inquinamento l’acqua dei pozzi a valle della cava, come ha denunciato l’Alto Trevigiano Servizi (Ats), che gestisce il servizio idrico integrato di 52 Comuni. In ogni caso è un progetto che viola la legge 13/2018 sulle cave e quella precedente, la 44 del 1982. L’articolo 30 della nuova normativa stabilisce che per quanto riguarda i procedimenti amministrativi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, ‘continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti alla data in cui i procedimenti hanno avuto iniziò. E, sulla base della legge precedente, dai 40 metri attuali la profondità di scavo può arrivare al massimo a 43, non a 60. Lo confermano due pareri, uno della Direzione geologia e risorse del 2012, indirizzato all’Unità Via e l’altro del 2018 della Direzione difesa del suolo dell’area tutela e sviluppo del territorio”.

 

“Inoltre è ancora da chiarire la questione dei materiale rinvenuti sul fondo dopo l’ispezione con ecoscandaglio da parte della Provincia di Treviso - aggiunge il consigliere PD della Marca - Nel 2016 era stato approvato all’unanimità in Consiglio regionale un mio ordine del giorno con cui si chiedeva alla Giunta di effettuare, tramite Arpav, una ricognizione per determinarne la natura e l’eventuale pericolosità. Impegno rimasto lettera morta dopo cinque anni e che torniamo a sollecitare con la nostra mozione. Insieme, ovviamente, alla richiesta di sospendere l’autorizzazione all’ampliamento, sul quale già nel 2014 il Consiglio regionale si dichiarò contrario votando la mozione 226 del collega Niero. I cittadini si stanno chiedendo come sia stato possibile approvare dopo anni di assoluto silenzio questo progetto. Una preoccupazione diffusa, tanto che sono oltre duemila le persone che hanno firmato la petizione con cui si chiede al Presidente Zaia di revocare l’atto e al ministero dell’Ambiente, ai sindaci dei comuni interessati, Ponzano Veneto, Treviso e Paese e al presidente di Ats di impugnarlo il decreto davanti al Tar del Veneto”. 

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