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Castello di Godego: una “trincea di pace” in piazza

Una trincea, con barriere in ferro, filo spinato e bandiere al vento in piazza a Castello di Godego. Tutti insieme insomma, con un serio lavoro hanno voluto lanciare dei veri e propri “segnali di pace” partendo proprio, anche per colpire ancora di più, da dei veri e propri “segnali di guerra”. Sono quelli lanciati dai ragazzi della scuola godigese (1ª e 2ª media, 120 ragazzi in tutto), nell’ambito del progetto “Trincee di pace nella memoria”

E se ci fossero delle “trincee di pace” in ogni paese, in ogni piazza, in ogni angolo delle nostre zone? E se le bandiere dei popoli sventolassero sempre unite in tutti i paesi? Utopie? Forse sì, ma forse anche no. A Castello di Godego, ad esempio, questa è una bellissima realtà. Il tutto, grazie ai ragazzi della scuola media locale e alla sensibilità di alcuni insegnanti, l’avvallo della Direzione didattica, la collaborazione dell’Amministrazione locale e l’aiuto della Protezione civile.

Una trincea, con barriere in ferro, filo spinato e bandiere al vento in piazza a Castello di Godego. Tutti insieme insomma, con un serio lavoro hanno voluto lanciare dei veri e propri “segnali di pace” partendo proprio, anche per colpire ancora di più, da dei veri e propri “segnali di guerra”. Sono quelli lanciati dai ragazzi della scuola godigese (1ª e 2ª media, 120 ragazzi in tutto), nell’ambito del progetto “Trincee di pace nella memoria”, realizzato in occasione della Giornata della memoria, che a Castello di Godego ha avuto il suo epilogo qualche giorno fa, con questo allestimento d’impatto, proprio in piazza.

In pratica, al centro della piazza XI Febbraio di Godego, è stata creata la trincea, poi sono state sistemate le transenne e filo spinato; intorno, poi, le bandiere, con alcuni pensieri sul significato di bandiera, guerra, pace. Infine, sono state poste sul terreno le “pietre della memoria”, cioè le “pietre d’inciampo” con i nomi di alcuni dei deportati veneti nei campi di concentramento. L’allestimento dei ragazzi rimarrà esposto in piazza per una decina di giorni. Il tutto è anche partito dalle parole di papa Francesco: “La guerra è sempre una sconfitta, una distruzione della fraternità umana; fratelli, fermatevi”. “Il progetto è partito i primi di ottobre facendo tesoro delle parole del Santo Padre, con obiettivo, appunto, di preparare la Giornata della Memoria - spiega l’insegnante di Educazione artistica Cristina Cerantola -ma dopo l’attacco di Hamas ai kibbutz del 7 ottobre ha avuto un percorso accelerato, perché si voleva sensibilizzare ancor di più i ragazzi sulla tematica della pace”.

Così, una parte degli studenti ha lavorato sulle pietre d’inciampo, studiando e facendo ricerche anche sulle deportazioni in Veneto. Grazie alla consultazione del Centro di documentazione ebraica. “Infatti, sono stati usati sassi di fiume sui quali ogni ragazzo ha scritto il nome di un deportato”, prosegue l’insegnante. I ragazzi delle seconde medie, invece, hanno lavorato e fatto ricerche sulle bandiere e i vari significati che possono avere. Poi il tutto, grazie alla collaborazione con l’Amministrazione comunale e alla protezione civile, è stato allestito in piazza, dove è stato spiegato il significato di questo progetto: “La trincea di guerra perde il suo significato nel momento in cui si lotta per la pace, il filo spinato si trasforma in un desiderio reale di pace. Le pietre d’inciampo ci ricordano la crudeltà del male verso un popolo”.

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