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Castelfranco: un premio alla prossimità

Sarà consegnato al Servizio di cure domiciliari e palliative il premio San Liberale 2014, durante la celebrazione liturgica del 27 aprile prossimo.

Sarà consegnato al Servizio di cure domiciliari e palliative il premio San Liberale 2014, durante la celebrazione liturgica del 27 aprile prossimo. Non una persona singola, dunque, né qualcuno che si è particolarmente distinto nel grande mondo del volontariato e, nemmeno, che in senso stretto appartiene alla comunità ecclesiale.
Meglio noto come Siad, questo servizio si occupa ormai da più di trent’anni di assistenza e cura degli anziani affetti da malattie cronico-degenerative e di malati terminali di qualsiasi età, con patologie oncologiche, neurologiche, cardiologiche, respiratorie ed epatiche. Guidato con impegno e passione dalla dott.ssa Paiusco, con le sue due sedi operative nell’Ulss 8 a Castelfranco e Montebelluna, impiega circa una settantina di professionisti, medici, infermieri, oss, un psiconcologo, un neuroncologo, due educatori. Dal 2000 al 2013 i pazienti in carico sono passati da 3.580 a 7.221 per un totale di 266.637 prestazioni.
“Sono molte le attestazioni di riconoscenza, di apprezzamento per questi operatori che si affiancano in un momento delicato della vita delle persone e delle loro famiglie – spiega il Consiglio pastorale parrocchiale del Duomo che ha decretato l’assegnazione del premio -. Alla professionalità aggiungono un alto tasso di disponibilità e di calorosa vicinanza umana. Abbiamo ritenuto che sia un esempio di come ogni professione richieda non solo competenza ma anche grosse motivazioni perchè sia efficace e al contempo apporti un contributo di umanizzazione ai singoli e alla convivenza civile”. Viene raccolto così un insegnamento importante, che ogni anno i festeggiamenti di San Liberale ricordano alla comunità del Duomo e non solo: che per vivere una vita cristiana non è necessario ritagliarsi altri spazi rispetto a quelli nei quali quotidianamente ciascuno opera.
C’è, però, anche un altro motivo che spiega l’assegnazione del premio di quest’anno e riguarda l’ambito in cui il Siad opera: “Chi deve accostare questi malati è chiamato a spogliarsi di schemi che inesorabilmente si sgretolano. La delicatezza e la complessità delle situazioni ci fa intuire l’impegno richiesto a coloro che curano e assistono le persone alla fine della loro vita”. Il Servizio, in altre parole, impegna la comunità cristiana ad approfondire il senso dell’esperienza umana della malattia e della morte. In questa prospettiva sono intense le testimonianze riproposte nel libretto per i festeggiamenti del Patrono.
“La nostra parrocchia, se ha in Gesù Cristo il proprio fondamento, in San Liberale ritrova un battezzato a cui guardare e un intercessore a cui ricorrere per vivere in ogni epoca una vera appartenenza alSignore – ricorda il parroco, don Adriano Cevolotto -. Non possiamo che guardare con gioia all’esempio dei Santi: ci sono indicati perchè non tramonti in noi la grandezza della nostra chiamata battesimale”.
Francesca Gagno

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