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Caerano senza il suono delle campane

I lavori di sistemazione alla torre Pia sono iniziati il 20 aprile e dureranno alcune settimane

27/04/2023

Sarà una primavera “muta” quella di Caerano San Marco, che da giovedì 20 aprile, per alcune settimane, si trova senza le campane della chiesa parrocchiale. Il trasferimento per il restauro dei sacri bronzi si inserisce nel contesto dei lavori si sistemazione della “Torre Pia”. Così fu, infatti, chiamato il campanile dopo la sua inaugurazione il 25 ottobre 1903, in onore di papa Pio X, da poco eletto pontefice.

Degli aspetti storici, tecnici ed economici relativi agli interventi sul campanile si è parlato venerdì 21 nel corso di una serata informativa promossa dalla parrocchia, alla quale hanno partecipato un centinaio di persone. “La vicenda - ha spiegato l’arciprete don Roberto Stradiotto - risale al 2017, quando c’è stato un significativo distacco di intonaci che ha comportato la transennatura dell’area. Il mio predecessore don Paolo Zago si era già attivato per reperire i fondi necessari. Io, anche su sollecitazione dei parrocchiani, ho proseguito l’iter, purtroppo rallentato dal Covid. Assieme al Consiglio pastoriale per gli affari economici, siamo arrivati ad avere un preventivo di circa 200 mila euro”. La spesa, ritenuta affrontabile e necessaria, è però raddoppiata a seguito delle analisi più approfondite sul manufatto curate dall’architetto Fiorenzo Bernardi e dai suoi collaboratori. “Abbiamo coinvolto vari specialisti - ha spiegato - analizzando e studiando la struttura. Il fusto non è in cattive condizioni, ma è proprio la cella campanaria il punto debole, perché il telaio è strutturato male e genera vibrazioni da cima a fondo. I materiali con cui è stato costruito e rinforzato il campanile sono diversi e differente la loro elasticità. Gli agenti atmosferici e l’usura hanno provocato infiltrazioni che si sono propagate dalla cima, completamente scoperta, fino alla base”.

I lavori stanno procedendo con il consolidamento e il ripristino delle parti ammalorate, riportando i materiali e il loro colore allo stato originale. Particolarmente interessante si sta rivelando la parte più alta, dove la pulitura è già in fase avanzata. Le statue dei quattro evangelisti, opera di Francesco Sartor, e l’allegoria della Fede, realizzata da Angelo Rossetto stanno svelando il loro naturale candore e dettagli che col tempo erano andati perduti. Quest’ultima opera, alta complessivamente 7,5 metri, è ispirata al modello della statua della libertà disegnata da Gustave Eiffel e donata dalla Francia agli Usa nel 1886. La croce luminosa, ritenuta troppo pesante e invasiva, sarà realizzata in materiale più leggero, cercando di mantenerne la funzione. “La base ottagonale su cui la statua poggia - ha spiegato Bernardi - sarebbe forse dovuta essere l’appoggio per una cuspide metallica, con cui normalmente sono realizzati altri campanili”.

Nel suo excursus storico, il caeranese monsignor Lucio Bonora ha ricordato gli inizi della costruzione della torre nel 1714. “Non aveva la forma attuale, anche se la posizione era la medesima. Il 25 aprile 1786 un fulmine lo fece crollare, senza che nessuno dei mille presenti alla festa patronale rimanesse ferito. Appena 4 anni dopo fu ricostruito in legno di castagno, poi rinforzato con un muro interno in pietra e con una croce in cima. Le campane attuali furono consacrate dal vescovo Farina nel 1853. Fu il parroco don Giovanni Tamosso a dare alla torre la forma attuale, disegnando il rinforzo della base e le decorazioni in stile liberty della parte superiore. Pochi mesi dopo l’inaugurazione, il 13 luglio 1904, caddero altri fulmini abbattendo la statua di San Marco. Il 30 aprile1922 la croce fu donata alla parrocchia di Casella e al suo posto si mise la statua della Fede. Gli agenti atmosferici finora hanno avuto la meglio, ma siamo chiamati a stringerci alla torre, al parroco e alla cittadinanza per farne ancora un segno glorioso del nostro paese”.

Le campane, opera dei Colbacchini di Bassano, si trovano già ad Innsbruck, dove una ditta specializzata provvederà alla nuova fusione della parte inferiore, la più ammalorata dall’uso. “Il rischio non remoto - ha aggiunto il parroco - era che si rompessero e, vista la vicinanza alla strada, si è pensato anche alla sicurezza pubblica”. Alla serata ha partecipato anche il vicesindaco Marco Bonora, che ha confermato la stretta collaborazione con la parrocchia e il senso di comunità che ne deriva. I lavori, autorizzati e approvati da Curia e Soprintendenza, costeranno circa mezzo milione di euro. Alcuni fondi sono già arrivati da iniziative parrocchiali, offerte di privati e da un istituto bancario che ha anche accettato la cessione del credito bonus facciate e sisma bonus. Il resto potrà essere coperto da un mutuo o da altre donazioni fiscalmente detraibili o deducibili.

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