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Berco di Castelfranco, la preoccupazione resta forte
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Continua la forte preoccupazione per i lavoratori della Berco di Castelfranco Veneto che, insieme a quelli dello stabilimento di Copparo in Emilia, rischiano un importante ridimensionamento di numero. “Per i 150 lavoratori dello stabilimento trevigiano - sottolinea Massimo Civiero della segreteria Fim Cisl Belluno Treviso - è stata da poco rinnovata la cassa integrazione ordinaria, che terminerà ai primi di maggio”, mentre nel complesso si parla di una procedura di i licenziamento collettivo per 247 lavoratori, i quali si aggiungerebbero ai 153 che hanno aderito al percorso di mobilità volontaria, conclusasi lo scorso 16 gennaio.
Una situazione che si somma anche a un’altra comunicazione formale dell’azienda relativa alla disdetta del contratto integrativo aziendale a decorrere dal 1° marzo, che aggrava il clima in cui si stanno svolgendo le trattative al tavolo del ministero di queste settimane. Insistono su Copparo (Ferrara) oltre 1.200 lavoratori dei 1.400 che il gruppo Berco ha in Italia - marchio secolare leader globale nella produzione di sottocarri per macchine movimento terra, che ha anche un sito minore a Castelfranco -, per i quali lo scorso 5 novembre è stato aperto un tavolo a palazzo Piacentini, a Roma, dopo l’annunciata volontà dell’azienda di procedere al licenziamento di 480 persone e alla disdetta, appunto, del contratto integrativo.
Il nodo della questione è che il management di Berco non ha fornito in questi tre mesi alcun elemento di chiarezza sulle prospettive industriali, trincerandosi dietro a dichiarazioni di difficoltà di mercato e aumento dei costi, che imponevano un ridimensionamento. “L’avvio della procedura di licenziamento collettivo in base alla normativa vigente, già comunicata con largo anticipo a istituzioni e sindacati qualora le iniziative concordate (uscite volontarie, ndr) non avessero raggiunto gli obiettivi di risanamento, si rende necessaria per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’azienda”, ribadisce la nota diramata dall’azienda, in cui si ripete che “Berco sta affrontando una significativa crisi strutturale del mercato e l’obiettivo primario è quello di assicurare la permanenza in Italia e recuperare competitività rispetto a uno strutturale incremento dei costi energetici e a una perdita di fatturato prodotto nei territori interessati dalle guerre”. Un obiettivo che per essere raggiunto “richiede decisioni difficili, ma necessarie”.
“Precisiamo - aggiunge Massimo Baggio, della Fiom Cgil di Treviso - che la vertenza di Copparo è anche la vertenza di Castelfranco, e che la soluzione deve trovare risposte per tutti e di continuità di mantenimento occupazionale, per quello che viene considerato un sito strategico ma che a oggi si trova in una sorta di limbo”. Anche l’assessora regionale al Lavoro, Valeria Mantovan, che siede al tavolo del Ministero, auspica che venga riaperta la fase di confronto per la definizione di soluzioni condivise, per entrambi gli stabilimenti, che impiegano direttamente molti lavoratori veneti”.