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Bavaria, un rifugio per tempi difficili

Il Vescovo impartisce la Cresima e visita Casa Giovanna, luogo di accoglienza per italiani e stranieri in difficoltà momentanea

19/03/2021

Mattinata di emozioni, domenica 14 marzo, per i ragazzini che hanno ricevuto la Cresima dal vescovo, mons. Michele Tomasi, nella parrocchiale di Bavaria. La tempesta  di grandine abbattutasi durante la funzione non ha cambiato una virgola del programma che includeva anche la visita a casa Giovanna, un rifugio per italiani e stranieri in difficoltà momentanea.  “L’Eucarestia, che si celebra nella chiesa, viene di continuo celebrata nella vita e si diffonde sempre più se il cerchio si allarga. Non so che effetti abbia questa casa, so che se non ci fosse saremmo sicuri dell’assenza di risultati e quindi è bene che ci sia”, ha detto il Vescovo. Parole misurate che nulla hanno in comune con la demagogia di ogni giorno. Casa Giovanna è bene che ci sia. Il progetto, partito a fine 2018 con il sostegno della Diocesi, è in mano al Consiglio della Collaborazione pastorale tra le parrocchie di Bavaria, Cusignana, Giavera, Nervesa, Santa Croce, Santi Angeli e Milaico, in risposta a richieste di aiuto di singoli e di istituzioni. 

Là, dove un tempo viveva il parroco, sul sagrato dei giochi di intere generazioni, oggi muovono i passi persone in lotta con le avversità, pronte a partire alla prima opportunità di autosufficienza. E così, a due anni dall’inaugurazione, è perfino bello non fare più gli incontri di allora. “Un giovane si è trasferito a Villorba. Ha deciso di acquistare la casa con il mutuo perché in affitto non riusciva ad averla”, racconta Riccardo Colombo che, assieme alla moglie Chiara e ai tre figli, vive al piano superiore: una presenza, la loro, di accoglienza appresa dall’animazione missionaria in Sudamerica. Un altro ospite invece è stato aiutato dal datore di lavoro e ora abita a Revine. Ma c’è anche chi, laurea in tasca, due lingue e tanta energia, ha lasciato la Casa per costruirsi un domani in Svezia. 

“Per noi è più facile accogliere giovani che hanno un futuro in mente: è evidente che questo per loro è un tetto a tempo determinato. Abbiamo, comunque, ospitato anche persone anziane”, afferma don Flavio Gallina, parroco di Nervesa, Bavaria e Santa Croce.

Le porte si sono già aperte per due italiani finiti sul lastrico. Fulvio, ancora in Casa e attivo, si è acquistato un’ape per muoversi ed eseguire lavoretti che vanno ad aumentare il suo magro gruzzolo. Sì, perché lui, piemontese colto, amante della lettura e della conversazione, punta a un mini appartamento adeguato alle sue finanze. E’ originario del Togo, invece, ma con cittadinanza ed ex moglie italiana, linguaggio senza inflessioni dialettali, il ragazzo che domenica ci teneva ad accogliere il nostro Vescovo, pur con l’occhio attento all’orologio per non mancare l’appuntamento con la figlia affidata alla donna.  Uomini che vedono la luce dal sentiero nella notte. In questi giorni c’è stato un gran fervore in Casa Giovanna per ospitare una giovane mamma vittima di violenza domestica, con un bimbo di un anno, violenza venuta a galla grazie alla solidarietà di persone del luogo, al pronto intervento del parroco e delle forze dell’ordine. Le valigie erano già là, il letto pronto e la culla accanto. Ma il Centro Antiviolenza ha consigliato un luogo più protetto, e così la giovane, riavuta la serenità, spera in un lavoro.

“Domani ci sarà un Consiglio online per decidere chi ospitare, accorciando così la lunga lista d’attesa”, conclude don Flavio. In casa Giovanna si entra, infatti, dopo approvazione del Consiglio di amministrazione e con un progetto di inserimento a termine.

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