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Asolo, la Lilt incontra gli studenti

I ragazzi di prima media dell'istituto comprensivo di Asolo, lo scorso 11 marzo, hanno posto le loro domande per comprendere la malattia e affrontare il dolore 

Tutti in cerchio a parlare di sofferenza, dolore, ma anche di sopravvivenza, guarigione,  speranza di vita. Come si forma un tumore? E’ guaribile? Come si può prevenire? Ma anche come posso aiutare un parente che sta male? Guarirà? A voi medici dispiace quando un paziente muore? Giovedì scorso, 11 marzo, i ragazzi di prima media, sezioni A e D dell’Istituto Comprensivo di Asolo, Torretti, si sono ritrovati con la loro docente, la professoressa Roberta Brescacin, e  il dottor Vittorio Baggio, radioterapista oncologo dell’ospedale regionale Ca’ Foncello, per parlare di tumori, di prevenzione e cura. Titolo dell’iniziativa “La Lilt di Treviso incontra gli studenti”. Tante le domande, precise e profonde. L’incontro, organizzato in collaborazione con l’assessorato all’Istruzione del Comune di Asolo, rappresentato da Rosy Silvestrini, e la Lega italiana lotta ai tumori, rappresentata dal dottor Alessandro Gava, presidente trevigiano, si è realizzato grazie all’impegno dei docenti della scuola e del dirigente scolastico, Marco Campini. “Tornata a scuola, a settembre - racconta la professoressa Brescacin - ho percepito tutta la sofferenza di questi ragazzi costretti a stare distanti dalla scuola. Mi è capitato di parlare loro di un dolore recente che mi aveva colpito. Loro poi mi hanno raccontato delle malattie dei loro cari, qualcuno anche colpito dalla pandemia. Parlarne ha fatto bene a me e a loro. Così ho pensato, con i colleghi, di valorizzare in una prospettiva di dialogo e di risposta alle domande, che il dolore e la malattia ci pongono, l’incontro con la Lilt che ogni anno realizziamo”.

Sono riusciti a incontrarsi in presenza, proprio qualche giorno prima della dichiarazione di zona rossa. L’incontro è cominciato con la presentazione di un filmato realizzato dalla 2ª D della scuola. Nel parco di villa Razzolini gli allievi, camminando di spalle, pronunciano le parole delle loro paure, poi si voltano e si riavvicinano alla telecamera, pronunciando le parole di speranza. “Il filmato è stato il racconto del loro vissuto, ansie e paure, ma pure della speranza che li accompagna”. Poi nel filmato gli allievi presentano, in un’intervista recitata da loro stessi, il dramma di un insegnante che ha attraversato una malattia oncologica ed è riuscito a guarire. Alla fine  prende corpo un “non arrendersi mai”, che è il senso di tutta la riflessione. Il filmato ha fatto da base all’incontro e tre coetanei della 2ª D, Margherita, Caterina e Sebastiano, hanno proposto le diverse domande che i ragazzi di prima media avevano scritto in alcuni foglietti.

“Quando è suonata la campanella - racconta l’oncologo Baggio -, nessuno si è mosso. I ragazzi spontaneamente hanno voluto proseguire. Paradossalmente il meccanismo dei recettori del virus Sars Cov2, che in questi mesi è apparso nei diversi media, mi ha aiutato a spiegare le nuove terapie antitumorali, terapie selettive, scelte in base al tipo di tumore, con farmaci che riconoscono le cellule malate perché espongono precisi recettori”. “Adesso le sopravvivenze sono altissime, ci sono guarigioni, per certi tumori non si parla più di pochi mesi, ma di molti anni e non sarà il tumore alla fine ad averla vinta. Il tumore progredisce, ma anche la scienza progredisce, spesso molto più velocemente della malattia. Battere l’ansia con la conoscenza è il ruolo della scuola”.

I ragazzi andavano un po’ a ruota libera. Un appuntamento complicato, ma che, a sentire gli allievi, è diventato “facilissimo”.

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