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Monte Grappa: intervento di sistemazione per la strada General Giardino, che dal 23 maggio è chiusa
I lavori a due settimane dalla frana sono già partiti e per martedì 19 dovrebbe essere tutto risistemato. L’incontro decisivo con Marcon è avvenuto il 28 maggio, cinque giorni dopo la frana, un esempio di intervento pubblico tempestivo.
A vederle, quelle pietre spaccate e saltate via dalla loro sede sembrano di polistirolo, finte, eppure basta tentare di sollevarne una, anche piccola, per capire peso e densità. Sono tantissime, sparse lungo i circa trecento metri della frana che ha interessato la strada General Giardino (sp 140) che da Semonzo sale a Cima Grappa. L’unica strada nella provincia di Treviso che porta sul Grappa dal 23 maggio è chiusa per le rocce precipitate, in questi giorni inoltre, le piogge e l’assenza di passaggio di ciclisti e automobilisti, che spesso si fermano a ripulire dai detriti la strada, l’ha progressivamente riempita di altri massi. “Non poteva restare così e proprio nell’anno del Centenario della vittoria nella Prima guerra mondiale - afferma il sindaco di Borso, Flavio Dall’Agnol -, nel pieno della stagione del «volo libero», che ormai ha il suo tempio europeo a Borso, e senza poter andare in malga a gustare il formaggio «bastardo e morlacco»”. Così i soldi li hanno fatti saltare fuori lui e il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon. Servivano 62mila euro per stendere una rete di protezione per la caduta dei massi. Dall’Agnol, nelle pieghe del bilancio comunale, ne ha trovati 37mila e Marcon gli altri 25mila. In più si è dovuto spendere per ripristinare una strada bianca “Strada col Serai Val rossa” per bypassare il tratto di frana, i malgari infatti devono arrivare all’alpeggio.
I lavori a due settimane dalla frana sono già partiti e per martedì 19 dovrebbe essere tutto risistemato. L’incontro decisivo con Marcon è avvenuto il 28 maggio, cinque giorni dopo la frana, un esempio di intervento pubblico tempestivo. I lavori sono iniziati il 4 giugno e a giorni verrà montata una parete di contenimento di 30 metri per cinque, intanto sono state predisposte le staffe di supporto.
Da Borso è già partita una lettera al Consorzio Bim Piave Treviso, nocciolo economico di Asco Piave, che gestisce i sovracanoni per il bacino imbrifero montano e che utilizza per il suo funzionamento solo il 5 per cento di quanto introita, con la richiesta di aiuto economico. La lettera è stata firmata anche dai sindaci di Paderno, Possagno e Cavaso del Tomba.
L’intervento dovrebbe mettere in sicurezza un tratto di 300 metri di canalone e consentire la viabilità fino a Cima Grappa dalla provincia di Treviso. Per il futuro si sta mettendo a punto una richiesta di finanziamento europeo per rendere operativa almeno in un senso di marcia la strada Col Serai Val Rossa, che oggi viene utilizzata come strada bianca, ma che potrebbe essere una valida alternativa per scaricare dal traffico della sp 140.
Resta il problema dell’accessibilità del Monte Grappa, sempre complessa nonostante sia ormai evidente che il turismo e le attività sportive (il volo libero comporta, nel solo comune di Borso, 37mila presenza annue) richiedono sempre più la facile percorribilità di questo Massiccio.