Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Arcade: accoglienza ai profughi ucraini arrivati in paese
Primo incontro con le nuove arrivate in oratorio, con il parroco, don Mario Marostica, gli operatori Caritas e le donne ucraine del territorio che fanno da interpreti
Il dolore lancinante e crudele prodotto dalla guerra che ha colto le popolazioni dell’Ucraina giunge oggi davanti ai nostri occhi. Ha i volti di Svetlana madre di famiglia, di Valentina, già bisnonna a 67 anni, di Yelena, giovane mamma. Sono donne, bambini e adolescenti in età scolare, appena giunti dalle zone bombardate, dopo un lungo viaggio che li ha visti attraversare con mezzi di fortuna l’Ungheria e la Slovenia per approdare da parenti e conoscenti ad Arcade.
Li abbiamo incontrati in oratorio, presenti il parroco don Mario Marostica, gli operatori Caritas, le donne ucraine che lavorano qui e che fanno da “ponte” per i nuovi arrivati. Abbiamo voluto farci investire dal loro dolore, dalla loro paura, dall’angoscia di essere separati dai propri cari; abbiamo ascoltato il racconto della loro drammatica esperienza. Abbiamo condiviso un momento di preghiera che unisce i cuori e preso nota delle necessità immediate che ci hanno presentato con dignità.
Ora si cercherà di trovare loro una sistemazione provvisoria; poi, interfacciandoci con Caritas tarvisina e con il Comune, si percorreranno tutti i passaggi che portino a un po’ di tranquillità.
La generosità delle famiglie del paese si è già fatta avanti, in diversi hanno risposto all’appello del parroco, aprendo le porte di casa a dei fratelli e sorelle che stanno vivendo un esodo di enormi proporzioni.
Quell’accoglienza diffusa che tanto ha fatto discutere durante gli anni scorsi, sembra molto più realistica e attuabile in questi frangenti in cui l’umanità violata delle persone ci chiede di non distogliere lo sguardo, ma di condividere lacrime e speranze, grida di dolore e aneliti di pace che hanno bisogno dell’impegno di ciascuno e di tutti.