Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Anche Treville e Sant'Andrea nella Collaborazione di Castelfranco
Costituita nel 2012 tra Duomo, Pieve e Salvarosa ha poi visto l’allargamento a Bella Venezia e Villarazzo e ora alle due comunità più “di confine” sulla linea della diocesi di Padova.“In questa nuova rete di relazioni nessuna comunità di fede deve perdere la sua identità - ha ricordato mons. Dionisio Salvadori, parroco del Duomo e moderatore della Collaborazione pastorale, durante il rito di ingresso nella collaborazione la scorsa settimana -, conservando la catechesi, la celebrazione di alcuni sacramenti e l’eucarestia domenicale.

Anche Treville e Sant’Andrea oltre Muson sono ufficialmente entrate nella collaborazione pastorale di Castelfranco, portandola a sette parrocchie, su dieci del territorio comunale. Costituita nel 2012 tra Duomo, Pieve e Salvarosa ha poi visto l’allargamento a Bella Venezia e Villarazzo e ora alle due comunità più “di confine” sulla linea della diocesi di Padova.
“In questa nuova rete di relazioni nessuna comunità di fede deve perdere la sua identità - ha ricordato mons. Dionisio Salvadori, parroco del Duomo e moderatore della Collaborazione pastorale, durante il rito di ingresso nella collaborazione la scorsa settimana -, conservando la catechesi, la celebrazione di alcuni sacramenti e l’eucarestia domenicale. E’ necessario unire le forze e soprattutto i cuori e le menti, perché laici, religiosi e pastori, si sentano tutti parte dello stesso corpo di Cristo”. Ringraziando il vicario generale, mons. Adriano Cevolotto che ha presieduto la celebrazione, mons. Salvadori ha ribadito: “Ci educhiamo insieme a camminare non con la paura di perdere qualcosa ma con la fiducia di guadagnarci tutti, per sostenerci in questo percorso di vera sinodalità”.
“Torno stasera qui, non solo ricordando quando abbiamo fondato la collaborazione, ma con la gioia di scoprire che il cammino è proseguito con la Grazia di Dio che ci precede e opera nel mondo - ha riflettuto il vicario generale -. Viviamo un tempo di crisi: calo di preti, di nascite, di vocazioni, di partecipazione, di matrimoni, e ci chiediamo: Dove andremo a finire? Ma questo tempo per il cristiano è carico di promesse, di speranza di futuro, perché il Signore prepara davanti a noi e per noi qualcosa di sorprendente. Qui impariamo un nuovo modo di essere Chiesa, parrocchia, comunità cristiana, in relazione, in condivisione. Serve uno sguardo pieno di Spirito Santo e Fede nel signore che ci guida per scoprire l’opera della Grazia che ci sta oltrepassando”.
La collaborazione di Castelfranco è, ora, tra le più grandi della Diocesi. Eterogenea per caratteristiche, ampia dal punto di vista territoriale, numerosa per abitanti, ricca di proposte spirituali, di fede, formative, e anche nella carità. Non ne faranno parte San Floriano, collegato a Fanzolo (di Vedelago) e Salvatronda, a sua volta in rete con Campigo.
“La Collaborazione non aggiunge solo due comunità e un parroco, don Andrea Guidone - ha detto ancora mons. Adriano Cevolotto -; inevitabilmente cambierà volto arricchita e modificata dalle nuove integrazioni, legami, proposte. E’ chiesta dunque la conversione di tutti, la disponibilità a lasciare e accogliere la diversità che è ricchezza. Sappiamo per esperienza che si tratta di un processo che domanda pazienza e cura per ritmare il passo delle comunità tra loro”.
Del resto, lo stesso percorso sinodale ce lo ha ricordato: le collaborazioni pastorali sono un modo per essere chiesa missionaria, in uscita, e per questo non tanto uno slogan che riduce tutto a una semplice riorganizzazione delle parrocchie. Serve, piuttosto, per essere più credibili e capaci di incontrare gli uomini e le donne di questo tempo sforzandosi di stare alla sequela di Gesù.