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A scuola di assistenza: in arrivo a Castelfranco il corso per badanti

Fra la fine di febbraio e l’inizio di marzo prenderà avvio, a Castelfranco, il corso di formazione per assistenti domiciliari: 100 ore in totale, 60 di teoria e 40 di tirocinio. Una garanzia sulla preparazione e l’affidabilità degli assistenti e un mezzo di controllo del lavoro sommerso e di eventuali pratiche poco corrette.

Fra la fine di febbraio e l’inizio di marzo prenderà avvio, a Castelfranco, un’importante iniziativa ideata dalla Consulta della terza età, in collaborazione con i Servizi sociali cittadini, nella persona dell’assessore Sandra Piva. Si tratta di un corso di formazione per assistenti domiciliari (comunemente definite “badanti”) che prevede, al termine, il loro inserimento in una sorta di albo comunale.

L’iniziativa nasce da alcuni rilievi effettuati dalla Consulta della terza età, ente comunale presieduto dal sig. Gianni Boldrin, che spiega: «Dalla verifica sulla solitudine dell’anziano, avviata con il progetto “Tapparella”, emergono i seguenti dati: un generale innalzamento dell’età della popolazione e una tendenza all’invecchiamento in casa. Da un lato perché nella propria dimora si sta meglio, dall’altro per il costo del Centro per anziani. Tuttavia, per invecchiare in casa è necessario essere in possesso degli strumenti adatti. Per questo bisogna guardare alla realtà di chi si occupa degli anziani, qualificare le persone che li seguono, regolamentando il loro lavoro».

La soluzione prospettata è un corso di formazione di 100 ore che avrà luogo presso l’istituto Nightingale e prevede 60 ore di teoria (dalla psicologia dell’anziano, agli aspetti giuridici, alle nozioni di medicina) e 40 ore di tirocinio con gli assistenti sociali del comune, al Centro per anziani Sartor, al centro Atlantis o presso la Struttura volontaria per l’Alzheimer. A breve uscirà l’avviso pubblico, rivolto ad operatrici di età compresa fra i 30 e i 55 anni con un minimo di conoscenza della lingua italiana. Ogni ciclo accoglierà un massimo di 25 iscritti.

Da un lato l’inserimento nell’albo costituirà una garanzia sulla preparazione e l’affidabilità delle persone che seguono i propri cari. Dall’altro lato, l’iniziativa favorirà il controllo del lavoro sommerso e di pratiche poco corrette: eventuali lamentele sull’operato delle assistenti arriveranno direttamente al comune, gestore dell’”albo”. Inoltre l’iniziativa costituirà uno strumento di integrazione fra i vari servizi. L’assistente domiciliare, infatti, diventerà il punto di riferimento e la coordinatrice delle relazioni con l’esterno, dagli assistenti sociali ai rapporti condominiali.

Dunque razionalizzazione, integrazione, e rete sono condizioni necessarie per un’assistenza efficiente dell’anziano e fondamentali strumenti per combattere i disagi dovuti alla solitudine. A tali mezzi, tuttavia, si dovrebbe unire la capacità di estendere il proprio sguardo oltre il recinto, per poter riconoscere i casi di solitudine e porvi rimedio, attraverso azioni semplici, ma preziose.

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