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A Paese si ritrova la grande famiglia scout

Agesci, Fse, e per la prima volta anche Masci, dai lupetti ai capi, di entrambi i sessi, del capoluogo, di Castagnole e di Postioma, si sono riuniti insieme sabato 25 ottobre pomeriggio, negli ambienti parrocchiali di Paese, all’incontro della “Fraternità Scout di San Martino”, preludio ai festeggiamenti per il patrono comunale.

06/11/2014

Se vuoi vivere libero, felice e in armonia con tutti, entra negli scout. Non è uno slogan, ma il forte richiamo che esercitano queste associazioni. E lo dimostra il fatto che, nel comune di Paese, su circa 2.500 giovani studenti dell’Istituto Comprensivo, in 250 (il 10%) hanno scelto la proposta scout.
Agesci, Fse, e per la prima volta anche Masci, dai lupetti ai capi, di entrambi i sessi, del capoluogo, di Castagnole e di Postioma, si sono riuniti insieme sabato 25 ottobre pomeriggio, negli ambienti parrocchiali di Paese, all’incontro della “Fraternità Scout di San Martino”, preludio ai festeggiamenti per il patrono comunale, che si svolgono nel mese di novembre. Scopo di questo annuale ritrovo è conoscersi, apprezzarsi, condividere esperienze e progettare attività comuni. L’occasione è data dal passaggio di mano della statuetta del Premio San Martino, onorificenza che il Comune assegna annualmente ad associazioni e persone che si distinguono in campo sociale. Agli scout l’ambito riconoscimento è stato attribuito nel 2007, nel centenario di fondazione dello scautismo nel mondo e 25° dell’Agesci di Paese. Per la cronaca, quest’anno la statuetta è passata da Postioma a Paese.
“Un’esperienza di formazione, quella scoutistica, per la quale tutti i giovani dovrebbero transitare, giacché ha il potere di caratterizzare la persona e migliorare la società”. Lo dicono sprizzando una gioia coinvolgente i quattro capigruppo incontrati: Marco Quarisa, di Treviso 9 Fse-Castagnole, Carlo Casoni e Laura Cavallin di Paese 1 Agesci, Veronica Morao di Paese 2 Fse. Così la pensano pure Mosè Baratto di Ponzano 1 Fse-Postioma, Maurizio De Polo e Stefania Fantin, magister Treviso 2 Masci-Castagnole. Con questi molti altri hanno collaborato alla buona riuscita dello straordinario pomeriggio di festa comunitaria, servito a conoscersi e a stringere rapporti pur essendo di associazioni diverse. Ma se i più giovani si sono espressi in attività di gioco, i più “anziani” - rover e scolte - hanno ascoltato con grande interesse, in una sala della Casa del Giovane, le testimonianze di Gianni Tosello e Maurizio Ambria, due veterani del Centro Studi don Ugo De Lucchi che, a soli 17 anni, da rover del Clan La Quercia, erano andati generosamente a soccorrere i sopravvissuti del Vajont ospitati a Cadola e a Cimolais. Ed è proprio questa la propensione e soprattutto lo scopo dell’essere scout: il servizio, in nome di una Persona, Gesù Cristo, come ha ricordato don Vanio Garbuio nell’omelia della ben preparata santa messa serale di ringraziamento che ne è seguita, presenti tutti i 250 giovani con le loro famiglie e gli altri fedeli.

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