Questo tempo particolare, che ci vuole preparare nella duplice attesa del Natale del Signore e del suo...
Trebaseleghe: i presepi raccontano la comunità
Un libro della Pro loco con storie, tradizioni, voci e testimonianze
I presepi possono essere letti come un mirabile frammento di memoria del territorio, come una immaginifica espressione del vivere quotidiano. Così sono presentati nel volume “I presepi raccontano Trebaseleghe”, edito dalla Pro loco di Trebaseleghe e curato da Giulio Bosello. Freschissimo di stampa, viene distribuito la notte di Natale.
Sono raccolte voci e testimonianze di quanti si sono resi disponibili a ricordare e a raccontarsi e raccontare emozioni ed esperienze legate al presepio che hanno fatto e vissuto.
Rievocazioni toccanti, nostalgiche riflessioni, episodi curiosi, ricordi, storie, tante piccole storie che danno l’idea di quanto sia radicata la tradizione del presepio.
E’ una pagina di storia orale (o di tradizione orale) di Trebaseleghe che viene aperta e illustrata. Viene evidenziata, in particolare, la caratteristica tipica dei presepi veneti e soprattutto del luogo: non sono tanto il paesaggio, l’ambiente, l’umanità della Palestina, che ci si propone di rappresentare, quanto la realtà veneta e locale. Anche per questo, sono “documento” di un determinato momento storico e culturale di una comunità. Così Gesù viene fatto nascere in una stalla del tutto simile a quella delle antiche case rurali di Trebaseleghe e dintorni, davanti alle quali si apriva un’aia popolata da armenti e da animali da corte tipici del territorio.
Il volume si apre con una nota introduttiva della sindaca Antonella Zoggia, che racconta la sua esperienza alle prese con il presepio, del quale invita a ritrovare il suo valore più genuino. “E’ tempo - scrive - di riscoprirne valori e messaggi, lasciandoci, come ci invita papa Francesco, catturare dalla bellezza, dallo stupore e dalla meraviglia che sempre la rappresentazione della Natività suscita. Papa Francesco si augura che la pratica del presepio non venga mai meno e che, «là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata». Un augurio che faccio mio e che consegno ai cittadini di Trebaseleghe”.
Segue l’intervento del parroco, don Rolando Nigris, il quale richiama il messaggio che arriva da san Francesco, “l’inventore” del presepio: “Il Santo umile per eccellenza ha pensato che sarebbe stato bello rappresentare in immagini l’umiltà di Dio per provocare i cuori a commuoversi di fronte alla misericordia divina che non condanna, non opprime, ma abbraccia, consola, incoraggia, guarisce”.
Suggestivo il racconto della scrittrice Gianna Marcato su come ci si preparava, si faceva e si viveva il presepio fino a poco più di una generazione fa: “Rallegrava a dicembre il cuore di ogni casa la costruzione collettiva del presepio, era un’impresa a lungo preparata che vedeva un andirivieni di piccoli architetti impegnati a controllare a che punto fossero i lavori degli altri, a dare consigli e carpire idee, anche se alla fine ognuno costruiva il suo presepio secondo uno schema ben consolidato. Era infatti quasi una liturgia familiare l’allestimento di questo paesaggio animato da tanti personaggi che si radunavano per raccontare una storia vecchia di secoli”.
Nel volume, inoltre, un breve saggio sui presepi nella cultura veneta, interpretati dai grandi artisti, come dal popolo contadino, umile e sfruttato, che nel povero Bambino Gesù vedeva i suoi piccoli figli che spesso nascevano in stalla, su consiglio della levatrice, perché era il solo posto al riparo dai rigori del gelo invernale.