martedì, 17 settembre 2024
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Paritarie: l'attacco gratuito e senza fondamento di certi parlamentari neostatalisti

Nel dibattito sulla riforma della scuola italiana, grazie a certi parlamentari neostatalisti, finiscono sempre per essere portati ad esempio di “regalie" di denaro pubblico i miseri contributi o gli sgravi fiscali alle scuole “private"

A volte verrebbe da togliergli il microfono. Non si può dire, urlare, una non verità senza un contraddittorio. La democrazia però è questo, al politico deve essere lasciata libertà di parola, le dichiarazioni vanno raccolte e rilanciate dai media, tocca poi ad altri rispondere e smentire, anche se già il giornalista stesso dovrebbe avere la conoscenza della materia e la capacità critica di spiegare e chiedere chiarimenti all'intervistato.

Quando allora si urla che la riforma della scuola regala denaro pubblico alle scuole private, serve che chi conosce la legge dica che dal 2000 in Italia esiste un sistema pubblico integrato fatto di scuole statali e non statali. Si dica che entrambe le istituzioni rispettano severe discipline ministeriali e sono soggette alle medesime ispezioni. Altra cosa sono invece le “private” che hanno una legislazione diversa e alla fine dell’anno rilasciano una semplice idoneità alla classe successiva. Tra le non statali un folto gruppo è costituito da scuole cattoliche, si va dalla scuola per l’infanzia alle superiori, oltre che essere un’opportunità per le famiglie queste scuole sono testimonianza di lunghe tradizioni educative, i salesiani, i gesuiti, le dorotee, i lasalliani, i padri Cavanis, l’elenco è lunghissimo. Senza contare il patrimonio sociale e culturale rappresentato dalle scuole parrocchiali dell’infanzia. Alcune di queste scuole si posizionano ottimamente nell’Eudscopio della Fondazione Agnelli. Scuole che sopravvivono grazie al sacrificio degli istituti religiosi, delle famiglie e anche grazie a insegnanti con contratti non certo sontuosi. Gridare al furto di soldi pubblici perché alle famiglie di questi alunni si concede uno sgravio fiscale di 76 euro annui - a tanto ammonta alla fine la detrazione fiscale offerta dalla riforma della buona scuola - appare non veritiero  e quantomeno, codesti politici dovrebbero ricordare che la parità introdotta da Luigi Berlinguer durante il governo Prodi impone medesime condizioni per statali e non statali e fu votata da tutto il centrosinistra, compresi gli antenati di Sel, tranne che dai neostatalisti, allora non esistevano, del Movimento 5 stelle.

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