martedì, 17 settembre 2024
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Da Unindustria: superare le paure con dialogo e collaborazione

La presidente dell'associazione riflette sulle emergenze di quest'estate e in particolare sull'accoglienza dei profughi. Chieste maggiore di unità di intenti e senso di responsabilità.

Questa calda estate del 2015 credo rimarrà impressa nei nostri ricordi, non solo per le temperature record, ma anche per una serie di fatti, vicini e lontani,  che resteranno per molto tempo nella memoria collettiva.

Mi riferisco alla lunga agonia della Grecia, che è entrata nelle conversazioni quotidiane di questi mesi; alla complessa vicenda dei profughi che ha visto proprio Treviso al centro di vicende finite alla ribalta nazionale; e infine alla tromba d'aria che ha devastato la Riviera del Brenta.

Sono eventi tra loro molto diversi, ma accomunati dall’aver determinato a livello individuale e sociale un senso profondo di inquietudine e disagio  che è entrato  fin nel nostro quotidiano lavorativo, famigliare e personale.

Difficile da decifrare il perché di questo stato d'animo. Credo però di poterlo ricondurre al fatto che ci scopriamo fragili, vulnerabili ed esposti di fronte a vicende che sfuggono alla nostra capacità di previsione e di controllo scoprendo che la nostra capacità di reazione, magari, non è all'altezza delle sfide che la storia piuttosto che la natura ci pongono davanti.

Di fronte a queste paure la reazione della nostra comunità e anche quella intima di ciascuno di noi è contesa e divisa tra umana partecipazione, comprensione e voglia di solidarietà da un lato e rabbia, opposizione e manifestazione di ostilità dall'altra.

E’ possibile una sintesi che superi queste divisioni e lacerazioni,  che poi, dalla comunità e dai singoli si trasferiscono e si scaricano sui livelli amministrativi e istituzionali che hanno il compito di costruire e governare le risposte agli eventi e alle emergenze e che, invece, si sono trovati spesso ad assecondare ed esaltare le paure, anziché offrire rassicurazioni?

Io credo di sì. Vanno recuperati,  a mio avviso, un rinnovato senso di identità e le ragioni di appartenenza alla medesima comunità. Ragioni che, pur nelle legittime differenze di opinione e di condizione sociale, dovrebbero essere in grado di ricostruire unità di intenti e di azione, quanto meno in situazioni di particolare criticità, per gestire e superare paure e il senso di precarietà esistenziale che talvolta si insinua in queste circostanze. Unità di intenti che dovrebbe portare a superare pregiudizi e steccati, spesso ideologici, per recuperare in maniera più razionale valori comuni di riferimento attorno ai quali costruire le risposte possibili  dal punto di vista organizzativo. Più le risposte saranno condivise e più saremo in grado anche di rappresentare in maniera serena e credibile all'esterno i limiti alla loro sostenibilità, senza che si scarichino sulla nostra comunità tensioni e giudizi di egoismo che non corrispondono alla realtà dei fatti.

Questo vorremmo fosse l’atteggiamento della nostra comunità e delle Istituzioni.

Ed è questo il percorso che ha intrapreso e vuole perseguire Unindustria Treviso, come rappresentante della comunità degli imprenditori di questa provincia. Un percorso che, oltre al costante impegno a fianco delle imprese e ai tanti grandi e piccoli problemi del territorio (comprese le calamità naturali e l’emergenza profughi) cerca di costruire forme di dialogo e collaborazione. Ne sono testimonianza lo sforzo diretto a trasformare le relazioni industriali da terreno di scontro a strumento di competitività, il grande investimento rivolto a favorire un rapporto positivo e collaborativo tra banche e imprese e, da ultimo, il percorso avviato fin dal febbraio scorso per costruire una relazione positiva e un dialogo nei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione.

A questo tema in particolare sarà rivolta l'Assemblea Generale Pubblica degli industriali trevigiani che si terrà il prossimo 10  ottobre con la presenza di importanti relatori. Sarà un'occasione nella quale ci rivolgeremo alle Istituzioni, alla Pubblica Amministrazione e alla intera comunità, non per formulare rivendicazioni ma per offrire un patto trasparente nell'ambito del quale superati pregiudizi e corporativismi, si costruisca sui pilastri della legalità e del rispetto reciproco un percorso di crescita in grado di dare serenità e futuro alle nostre imprese, alla nostra comunità e alle prossime generazioni.

L'augurio è che il periodo feriale, del quale mi auguro molti possano  godere in maniera più serena, grazie anche al manifestarsi e consolidarsi di alcuni segnali di ripresa, possa restituirci carica, determinazione e coesione per affrontare con lo spirito giusto queste grandi sfide.

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