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E’ mancato Johan Galtung, grande studioso della nonviolenza

Se molte crisi nel mondo sono state risolte, lo si deve a lui che da bambino visse sulla sua pelle gli orrori dell’occupazione nazista del suo Paese, la Norvegia. Eventi che lo impressionarono fortemente spingendolo ad abbracciare i principi della nonviolenza del Mahatma Gandhi, che mise subito in pratica attraverso l’obiezione di coscienza, che gli costò sei mesi di carcere.

Il 17 febbraio il mondo ha perso una figura imponente nel campo degli studi sulla pace e sui conflitti. All’età di 93 anni è morto Johan Galtung lo studioso e attivista norvegese pioniere degli studi internazionali sulla pace. Definito il Picasso della Pace (un’espressione che risale almeno al 1977, e a un articolo del Journal of Peach Research, ha dedicato la sua esistenza alle questioni del conflitto e della pace.

Se molte crisi nel mondo sono state risolte, lo si deve a lui che da bambino visse sulla sua pelle gli orrori dell’occupazione nazista del suo Paese, la Norvegia. Eventi che lo impressionarono fortemente spingendolo ad abbracciare i principi della nonviolenza del Mahatma Gandhi, che mise subito in pratica attraverso l’obiezione di coscienza, che gli costò sei mesi di carcere.

Come fa notare Valentina Bartolucci nell’articolo uscito sul sito del centro studi Sereno Regis dopo la morte di Galtung dedicato, appunto al “Picasso della pace”, “i suoi contributi più significativi riguardano la visione del conflitto come potenzialmente positivo e la sua riflessione sulla violenza strutturale”. Dal suo pensiero scaturiscono due atteggiamenti: si fa di tutto per evitare il conflitto e si fa di tutto per uscirne. “Degna di nota, in particolare, la sua concettualizzazione di ‘pace positiva’, che attrarrà fin da subito un grande interesse perché particolarmente innovativa. Secondo Galtung, la ‘pace positiva’ è fondata sulla complementarietà di due elementi: (i) l’assenza/riduzione della violenza di ogni tipo e (ii) la trasformazione nonviolenta e creativa dei conflitti. Viene così ad elaborare un modello per risolvere i conflitti. Le possibili soluzioni si muovono lungo un asse che si sposta dal polo costitutivo del binomio ‘vittoria-sconfitta’ al binomio ‘dialogo-apertura’ che chiama la ‘diagonale della pace’, che parte dalla strategia del rinvio della violenza e arriva a quella del dialogo”.

Chi era

Nato a Oslo nel 1930, Johan Galtung ha studiato matematica e sociologia, e si è dedicato sin da giovane agli studi sulla pace, pubblicando nel 1955, insieme ad Arne Næss, un testo sul pensiero di Gandhi, Gandhi’s political ethics. Fondatore nel 1959 del primo istituto di ricerca sulla pace, l’International Peace Research di Oslo (PRIO), ne è stato direttore per dieci anni. Nel 1964 Galtung ha dato vita alla prima rivista accademica dedicata agli studi sulla pace, il Journal of Peace Research, contribuendo inoltre alla fondazione della International Peace Research Association: ciò ha dato impulso al giornalismo di pace.

Dal 1969 ha ottenuto una delle prime cattedre al mondo di studi sulla pace, insegnando fino al 1977 Conflict and Peace Research presso l’Università di Oslo. Consigliere di diversi organismi delle Nazioni Unite, professore onorario in numerose università, nel 1987 Galtung è stato insignito del premio Nobel alternativo per la pace, il Right Livelihood Award. Nel 1998 ha fondato Transcend, un’organizzazione internazionale finalizzata a formare e diffondere la pratica della trasformazione nonviolenta dei conflitti.

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