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La risposta democratica della Corea del Sud

Intervista a padre Diego Cazzolato sulla difficile situazione politica che si è creata nel Paese
16/01/2025

Da settimane, molti si chiedono cosa sia saltato in mente al presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, poi sottoposto a procedimento di impeachment (e infine arrestato mercoledì scorso, dopo vari tentativi), di proclamare, lo scorso 3 dicembre, la legge marziale, accusando le opposizioni di essere complici, niente meno, della Corea del Nord. Un autogol colossale, che peraltro ha rivelato i buoni anticorpi della democrazia coreana, visto che centinaia di migliaia di cittadini sono scesi in piazza. Qualcuno ha ipotizzato, con non pochi riscontri, che il presidente abbia maturato le sue teorie del complotto “abbeverandosi” ai video di estrema destra che impazzano su Youtube e sugli altri social network.

“Su quest’ultima ipotesi non posso dire nulla, se non che qui i social network sono potentissimi nell’influenzare l’opinione pubblica - ci risponde dall’Estremo Oriente padre Diego Cazzolato, missionario della Consolata, originario di Biadene, che vive da decenni in Corea del Sud, nella città di Daejeon -. Di certo, però, sono accadute cose molto strane, e nessuno avrebbe mai pensato che il presidente sarebbe arrivato una sera in tivù, ad annunciare l’interruzione delle libertà democratiche. È stato un fulmine a ciel sereno. Mi ha molto colpito la reazione della gente in difesa della democrazia, massiccia e istantanea. Un’azione che ha realmente rallentato l’azione dei militari, e consentito che il Parlamento si riunisse in seduta straordinaria. Forse, ha pesato il precedente del 1980, quando si instaurò la dittatura e le manifestazioni vennero represse nel sangue”.

Nonostante questa confortante risposta popolare, la situazione resta ingarbugliata, “e non si risolverà in tempi brevi”, prevede il missionario, che spiega: “Da un lato, va detto che non si è trattato di un colpo di testa improvviso del presidente. Le successive indagini, partite dopo il voto di impeachment, stanno mostrando che l’azione è stata a lungo preparata e pianificata, attraverso numerose riunioni”. Yoon Suk-yeol era ossessionato dal fatto di aver perso le elezioni di medio termine, “il Parlamento era controllato dall’opposizione, che «faceva il suo mestiere», mettendo in discussione numerosi provvedimenti governativi”.

Dopo il fallito tentativo di imporre la legge marziale, non sono mancati ulteriori colpi di scena. Il partito di Governo non ha mantenuto un atteggiamento coerente; prima ha difeso il presidente, poi, alla luce delle reazioni popolari, lo ha abbandonato al suo destino; nuovo Capo dello Stato ad interim è diventato il primo ministro, Han Duk Soo, che ha subito a sua volta una procedura di impeachment, votata dalla maggioranza del Parlamento perché il nuovo Capo dello Stato non aveva condiviso l’accusa di “sedizione” (che può comportare anche la pena di morte) rivolta al presidente deposto. Ora il Paese è guidato dal ministro delle Finanze, Choi Sang mok. “Ma il presidente Yoon Suk-yeol - spiega padre Cazzolato - ha avuto comunque una parte dell’opinione pubblica che lo ha difeso, ed è stato per settimane protetto dai suoi militanti e guardie personali, che ne hanno impedito l’arresto”. Alla fine, il presidente si è arreso. Ora, sulla sua destituzione dovrà pronunciarsi la Corte costituzionale, che attendeva l’elezione di tre suoi membri per iniziare l’esame del delicato dossier. “Difficile - prevede il missionario - che la Corte si esprima in tempi brevissimi, si può immaginare una sentenza entro marzo. Se la Suprema corte confermerà il voto del Parlamento, dovranno essere indette nuove elezioni presidenziali, entro due mesi”.

Nel frattempo, la Corea continua a essere un luogo strategico del delicatissimo scacchiere diplomatico tra le superpotenze. “Nella vicenda dell’impeachment - dice padre Cazzolato -, la Corea del Nord non ha mosso un dito, si è limitata a qualche schermaglia, a qualche dichiarazione ironica. Piuttosto, qui ha suscitato forte impressione l’invio di soldati nordcoreani in Ucraina, e si teme che la Russia possa «ricambiare il favore» fornendo al regime di Kim Jong-un nuova tecnologia per il nucleare. C’è tensione forte, anche per le crescenti minacce della Cina a Taiwan”.

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