Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Editoriale: La potenza del virus e la debolezza dell'uomo
I contagi risalgono e molti dimenticano che questa è una battaglia che dobbiamo combattere tutti insieme, con determinazione, grandi sacrifici e senso di responsabilità, altrimenti non ne usciremo e, per quanto riguarda la scuola, molto presto potremo trovarci con una nuova chiusura totale e con il ritorno alla Dad al 100%
Questa pandemia non riusciamo più a contenerla. I contagi continuano a salire e ora le regioni stanno passando di nuovo dal giallo all’arancione. Di questo passo arriverà anche il rosso e così ci priverà, pure quest’anno, delle feste pasquali. Siamo tutti a conoscenza della gravità della situazione sanitaria, ulteriormente aggravata dal diffondersi di alcune varianti, soprattutto della cosiddetta “inglese”, che è molto contagiosa e si diffonde più in fretta, anche tra i ragazzi e i giovani.
Purtroppo, a tanta virulenza del virus, sembra non corrisponda altrettanto impegno da parte di molte persone a rispettare le norme precauzionali. Il virus è potente e non vuole arretrare, mentre noi ci permettiamo di essere poco prudenti. C’è ancora molta leggerezza in tanti giovani e famiglie.
Dispiace dover constatare che negli ultimi giorni ci sia stato un aumento preoccupante di casi dovuti, in modo particolare, alla poca o scarsa attenzione avuta durante le vacanze di carnevale e nel fine settimana. Molti dimenticano, troppo facilmente, che questa è una battaglia che dobbiamo combattere tutti insieme, con determinazione, grandi sacrifici e senso di responsabilità, altrimenti non ne usciremo e, per quanto riguarda la scuola, molto presto potremmo trovarci con una nuova chiusura totale e con il ritorno alla Dad al 100%.
Dal momento che ciascuno di noi vive in prima persona la sofferenza di questa situazione, siamo consapevoli che alcuni importanti bisogni dell’essere umano non trovano in questo periodo l’appagamento necessario. Pensiamo al bisogno di relazioni, di vicinanza, di far festa, soprattutto dei giovani. Un anno di divieti e di isolamenti, più o meno totali, è pesante e si fa sentire a livello emotivo, affettivo e psicologico. In particolare chi, in piena età evolutiva, si vede in qualche modo sottrarre gli anni più belli e spensierati della vita.
Uno sguardo sull’altro. Forse, un atteggiamento di solidarietà verso tutti i giovani di questo mondo che stanno soffrendo, potrebbe aiutare i nostri ragazzi a motivarsi maggiormente nell’affrontare i sacrifici richiesti o, almeno, a sopportare meglio questa difficile situazione. Penso non solo a quelli che in ogni parte del pianeta sono condizionati dalla pandemia e che, pertanto, devono affrontare tante rinunce e sacrifici ma, anche, e soprattutto, a quei ragazzi e giovani che vivono a distanza ravvicinata con la morte e che sono privati, a motivo della povertà e delle guerre, della libertà e del diritto di avere un futuro.
Imparare a orientare lo sguardo anche verso le miserie del mondo aiuterebbe molto a ridimensionare le nostre pretese e a sopportare maggiormente i sacrifici del presente. Finché in noi permane una mentalità vitalistica e consumistica, fondamentalmente egoistica e egocentrica, con atteggiamenti predatori verso i beni, il tempo, le risorse e le possibilità che ci vengono offerte, non riusciremo mai ad affrontare e assorbire gli inevitabili scacchi e arresti che incontriamo sul nostro cammino. Tutto può essere visto e vissuto come una tragedia. E’ sufficiente che un conflitto, una malattia o una pandemia blocchino le libertà individuali e il processo di affermazione dei propri desideri, per mandare in tilt la vita e ogni equilibrio che si presumeva di avere raggiunto; per mandare in crisi quelle società e quelle culture che sono vittime di una compulsiva vertigine di onnipotenza che non contempla mai lo scacco e il fallimento; quelle che hanno identificato il senso di tutto con la crescita inarrestabile dei beni e delle possibilità.
La pandemia, grazie alla scienza, possiamo superarla e, forse, impareremo ad affrontare in modo adeguato e più preparati, anche altre che potrebbero arrivare. Tuttavia essa ci ricorda quanto siamo deboli e fragili, sia individualmente che come Nazioni.
Responsabilità da parte di tutti. Di fronte a questa drammatica situazione è desolante osservare come, a volte, la politica sia tentata di giocare sulla crisi sanitaria, economica e sociale, per accaparrarsi il consenso di coloro che dissentono o sono in difficoltà. Invece di sentire una voce unica, assistiamo ogni giorno ai più disparati distinguo su aperture e chiusure delle attività, sui vaccini, sul lavoro, sulle scuole, ecc. Sembra che il nuovo Governo di “emergenza” sia riuscito a mettere insieme quasi tutti i partiti solamente perché ci sono in gioco 209 miliardi da spartire. Purtroppo, nemmeno la pandemia riesce a convincere certa politica alla tregua, a unificare gli animi e a orientare ogni parola e ogni azione al bene comune. Questo non fa altro che ingenerare nella gente confusione e nella confusione più di qualcuno si sente libero di andare in deroga a regole e divieti. Il rispetto delle prescrizioni sanitarie miranti a contenere il contagio, è un atto assolutamente necessario che tutti dovremmo assumere come un dovere verso la società e il bene comune. Verso il nostro futuro. Oltre ai vaccini, questa è la vera forza che ci serve per contrastare la potenza del virus.