Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Riscoprendo la propria fede: il pellegrinaggio per il Giubileo a Roma con La vita del popolo



Un grande dono, inatteso, ma fortemente sperato, quello ricevuto da alcuni dei partecipanti al pellegrinaggio giubilare organizzato dalla Vita del popolo, dal 4 al 6 aprile, a Roma: vedere papa Francesco per pochi minuti sull’altare in piazza San Pietro, ricevere il suo saluto e la sua benedizione (vedi articolo a fianco, ndr).
Nei giorni precedenti, i 102 partecipanti, tra propagandisti, abbonati del giornale e amici, guidati da don Elio Girotto, avevano avuto modo di passare la porta santa e di raccogliersi in preghiera nelle Basiliche di San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le mura. Nel kit del pellegrino, ognuno dei partecipanti ha trovato il sussidio “Pellegrinaggio al Santuario giubilare” e “La visita al Santuario giubilare”, promossi dalla diocesi di Treviso, che sono stati utilizzati nei momenti di preghiera e anche durante la celebrazione eucaristica, sabato 5 aprile, nella chiesa di Sant’Agata in Trastevere, dove è rettore il sacerdote trevigiano don Paolo Asolan, professore al Pontificio istituto pastorale “Redemptor hominis” della Pontificia Università Lateranense.
È stata l’occasione anche per visitare il noto quartiere di Trastevere, con le sue chiese, tra cui la basilica di S. Maria in Trastevere, che, secondo la tradizione, venne fondata da papa Callisto I (217-222), e in precedenza la Basilica di san Bartolomeo all’Isola Tiberina, affidata nel 1993 alla Comunità di Sant’Egidio. Sull’altare maggiore si può ammirare una grande icona dedicata ai martiri del Novecento; altre memorie di martiri sono collocate, poi, nelle cappelline laterali, ognuna dedicata a una situazione storica di martirio, in tutti i continenti. Qui i pellegrini hanno potuto ricevere l’indulgenza plenaria.
Appena giunti a Roma, venerdì 4 aprile, assistiti dal bel tempo, i partecipanti hanno trovato ad accoglierli tre preparatissime guide romane, che li hanno accompagnati nei luoghi più famosi della capitale, nelle piazze invase, in questo periodo e non solo, da pellegrini e turisti da tutto il mondo, comprese molte scolaresche. C’è stato del tempo anche per fraternizzare e fare amicizia tra persone che inizialmente erano accomunate “solo” dall’essere “Pellegrini di speranza”, dal desiderio di riscoprire la propria fede e vivere la speranza cristiana.