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Riaperta la casa museo Matteotti

Dopo il restauro, diviene luogo di riflessione per il Paese
05/07/2024

Dopo un periodo di restauro, riapre a Fratta Polesine la casa-museo Matteotti. “Vogliamo offrire al Paese un luogo di riflessione su di sé: racconteremo, dando risalto alla figura di Matteotti, uno dei momenti più critici della nostra storia contemporanea” ci spiega la direttrice, M. Lodovica Mutterle.

In occasione del centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, lo scorso 8 giugno è stata riaperta la sua casa natale di Fratta Polesine (Ro) dopo importanti lavori di restauro e riallestimento.

“E’ stato ripensato il percorso di visita della casa museo, che dal 2017 è monumento nazionale - ci spiega la professoressa Mutterle -. Il nuovo allestimento della casa museo vuole offrirsi come un luogo di riflessione sul nostro Paese, rappresentato in uno dei momenti più critici della sua storia, e come una potente lettura del ruolo centrale di Giacomo Matteotti nella storia italiana contemporanea. Tra le novità, ci sarà anche una testimonianza di Liliana Segre, che con altre autorevoli voci accompagnerà i visitatori nel percorso museale”.

L’intervento, promosso e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, d’intesa con il Comune di Fratta Polesine e l’Accademia dei Concordi di Rovigo, proprietaria dello storico edificio, è stato progettato dallo studio di architettura 120 grammi, mentre l’aggiornamento del percorso è stato curato dallo studio di Luca Molinari, ordinario di Teoria e Progettazione dell’Architettura all’università “Luigi Vanvitelli”, con la supervisione storica di Giampaolo Romanato, presidente del Comitato Scientifico della Casa Museo e da M. Lodovica Mutterle, direttrice.

La rinnovata esposizione si suddivide in due piani: al piano terra, dove il percorso comincia, vi sono le stanze della quotidianità, come la cucina, la sala da pranzo e lo studio-biblioteca. “Queste sono le stanze per definizione del privato e dell’intimità familiare, ma che nel caso di Matteotti sono anche luogo dove nascono e prendono vita ideali che guideranno l’intera esistenza” ci spiega Mutterle. Tra i mobili semplici della casa, il percorso apre uno squarcio sul Polesine che conobbe Matteotti da giovane, a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento, al tempo uno dei luoghi più poveri d’Italia: “Proprio qui - continua la professoressa - Matteotti decise di agire per cambiare uno stato di cose che non era più disposto ad accettare, aderendo agli ideali del socialismo”. Dalle stanze della casa, inizia così un vita di impegno sociale e politico che lo portò all’elezione alla Camera dei Deputati nel 1919, alla carica di segretario del Partito Socialista unitario nel 1922 e, infine, all’aperta opposizione a Mussolini, accusandolo di brogli e corruzione in Parlamento. Accuse che decretarono la sua condanna a morte da parte del fascismo.

Il percorso continua, quindi, al primo piano, dove emergono i legami e il profilo di una famiglia colta e capace di tessere importanti relazioni pur da questo angolo del Polesine: il visitatore entrerà quindi nelle camere da letto, nella biblioteca di famiglia e nella sala dedicata al pianoforte, che testimonia la grande passione della famiglia per la musica, sancita anche dalla parentela con Titta Ruffo (fratello della moglie di Matteotti, Velia Titta), baritono di fama internazionale. Il secondo piano della casa, invece, si sofferma sulla vicenda pubblica di Matteotti, e sull’eredità antifascista, suo grande lascito morale e politico.

“Il nuovo percorso ha interessato anche il giardino della casa, proposto come luogo di introduzione alla visita museale, ma anche come spazio di riflessione e approfondimento, perché il visitatore avrà la possibilità di fermarsi tra gli alberi a leggere libri e testi reperibili all’interno” conclude la professoressa Mutterle.

Il percorso museale idealmente si diffonde a tutto il borgo di Fratta Polesine: al cimitero, dove è stata restaurata la cappella in cui riposa tutta la famiglia Matteotti, e alle tre ville storiche confinanti con casa Matteotti: villa Badoer, capolavoro cinquecentesco del Palladio, villa Avezzù, elegante dimora veneta, e la villa dei Carbonari, dove si formò uno dei primi nuclei della Carboneria italiana. Una storia che attraversa i millenni, come è testimoniato dalla Necropoli di Frattesina, la più estesa d’Europa, e dai reperti conservati al Museo nazionale archeologico, ospitato da una delle barchesse di villa Badoer. Il nuovo percorso è stato inaugurato con importanti cerimonie: lunedì 10 giugno, in contemporanea con Roma, sulla tomba di famiglia è stata deposta una corona di cento garofani rossi da parte del Partito socialista di Rovigo. Domenica 16 giugno si è tenuta la commemorazione ufficiale, alla presenza delle autorità e di rappresentanti del Partito socialista italiano.

Non resta, quindi, che recarsi a Fratta Polesine, per riscoprire la storia di un uomo che nonostante il suo sacrificio è stato a lungo dimenticato.

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