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Presentato il progetto “Chiese aperte di Treviso” per valorizzare il patrimonio storico – artistico e liturgico delle chiese della città

“Aprire le porte delle nostre chiese raccontandone la storia e le bellezze sarà come aprire l’album di famiglia”: don Paolo Barbisan, direttore dell'ufficio diocesano per l'Arte sacra e i Beni culturali, ha presentato così questa mattina, nei locali dell’oratorio 31 Centro della parrocchia del Duomo, il progetto “Chiese aperte di Treviso”, un’iniziativa nata per valorizzare il patrimonio conservato nelle principali chiese del centro storico di Treviso con un servizio di accoglienza e accompagnamento, fatto da volontari, alla scoperta di questa bellezza, in occasione di alcuni eventi e nei week end.

“Aprire le porte delle nostre chiese raccontandone la storia e le bellezze sarà come aprire l’album di famiglia”: don Paolo Barbisan, direttore dell'ufficio diocesano per l'Arte sacra e i Beni culturali, ha presentato così questa mattina, nei locali dell’oratorio 31 Centro della parrocchia del Duomo, il progetto “Chiese aperte di Treviso”, un’iniziativa nata per valorizzare il patrimonio conservato nelle principali chiese del centro storico di Treviso con un servizio di accoglienza e accompagnamento, fatto da volontari, alla scoperta di questa bellezza, in occasione di alcuni eventi e nei week end.

Cinque le chiese interessate, per un progetto che ha ricevuto un finanziamento della Conferenza episcopale italiana attraverso i fondi dell’8xmille: si tratta del complesso di San Nicolò, col tempio e la sala del Capitolo, del complesso del Duomo, di San Vito - Santa Lucia, di Sant’Agostino e San Gregorio.

La ricerca di volontari (cultori d’arte, appassionati di Treviso e della sua storia) è già partita e sono una ventina quelli che finora si sono resi disponibili, come Cristiana, insegnante di religione e neolaureata in Scienze religiose con una tesi sull’arte sacra, e Giuliana, sacrista della Cattedrale, che ha raccontato come le abbia trasmesso grande forza, nel periodo del lockdown, contemplare nel silenzio della chiesa vuota l’Annunciazione del Tiziano, nella cappella Malchiostro.

“Sono convinto che la bellezza possa salvarci, possa guarire anche le ferite di questo periodo difficile – ha sottolineato don Barbisan – indicandoci un altro modo di vivere, più sapiente, e possa contribuire ad accogliere i visitatori che stanno tornando a frequentare la nostra città. Desideriamo valorizzare il patrimonio artistico, storico, liturgico, spirituale delle nostre chiese”.

“Un progetto importante che come Amministrazione comunale vogliamo sostenere” ha detto  l’assessore ai Beni culturali e Turismo del Comune di Treviso, Lavinia Colonna Preti, ricordando le collaborazioni con la Diocesi, dalla Via dei Presepi al progetto in cantiere del ticket unico per i musei e i siti artistici di Treviso.

Dopo la raccolta delle adesioni da parte dei volontari (entro il 30 agosto), ci sarà la fase della formazione, come spiegato dalla referente del progetto, Giulia Semenzin, storica dell’arte, cui seguirà la formazione con esperti di arte e di comunicazione. Perché una parte importante del progetto sarà anche la comunicazione, in particolare social. L’inizio delle aperture è previsto per fine novembre, con l’inizio del periodo di Avvento.

Sarà l’occasione, soprattutto per i trevigiani, per riscoprire le loro chiese e i tesori che contengono. Le parole chiave – messe in luce da Semenzin - sono apertura, accoglienza e racconto, per far sentire le persone parte di una comunità viva che comunica la propria storia.

In prospettiva il progetto potrebbe ampliarsi, con il coinvolgimento degli studenti. A sottolinearlo Livia Andrigo, referente per molti anni dei progetti di Alternanza Scuola – Lavoro per l’Ufficio scolastico regionale, che ha portato il saluto della dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Barbara Sardella, che in un messaggio ha ribadito di voler “sostenere le attività che avete pensato di proporre alle scuole e per le scuole. C'è grande bisogno di conoscenza, di formazione e nuovo slancio per dare fiducia al corpo docente, ai ragazzi provati da questa situazione e, di conseguenza, anche alle famiglie”.

“Auspico – ha aggiunto - che l’ampia sinergia che don Paolo ha saputo stringere in nome del valore della cultura, del territorio e del senso profondo del volontariato e della generosità dell’accoglienza, si consolidi per ricostruire relazioni utili ai nostri ragazzi e alla città”.

Anche mons. Mario Salviato, vicario per il coordinamento della Pastorale diocesana, ha fatto giungere un messaggio di sostegno al progetto: “Auspico possa essere motivo per un dialogo fra arte e liturgia, tra comunità cristiana e cultura, dove anche il contemplare un’opera artistica diventi, alla pari delle celebrazioni liturgiche e delle diverse proposte pastorali,  motivo di lode a Dio, di crescita spirituale e di voler anche noi contribuire - ciascuno per propria parte - a rendere il mondo bello così come l’arte ce lo rivela ma soprattutto come il Signore stesso desidera realizzarlo assieme alle donne e agli uomini anche di oggi”.

Presente alla Conferenza stampa, a nome dei parroci della città, don Tiziano Ferronato, parroco di San Nicolò, e Carlo Della Barbera, presidente dell’associazione “Punto spettacolo”, partner del progetto.

Chi desidera diventare volontario può scrivere a chieseapertetreviso@gmail.com.

I social attivi sono la pagina facebook chieseapertetreviso e Instagram chiese.aperte.treviso.

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