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Mostra sull’opera “Teseo sul Minotauro” di Canova

Poche volte le mostre offrono l’intero percorso di produzione di un’opera scultorea: un’occasione per capire l’evoluzione dell’artista e i nodi tecnici e tematici che ha dovuto affrontare. Con la consueta attenzione alla vita e alle opere di Antonio Canova, la Gypsotheca di Possagno offre questa opportunità per l’opera “Il Teseo sul Minotauro” attraverso la mostra dossier che resterà aperta fino al 21 giugno.
La rappresentazione della vittoria della ragione sulla bestialità viene realizzata dal Canova con un netto cambio di passo rispetto alla sua produzione precedente e coincide con il suo arrivo a Roma, 1779, e la più attenta lettura delle teorie moderne di Johann Joachim Winckelmann, che raccomandava, all’interno di un percorso di riscoperta del classicismo, “nobile semplicità e quieta grandezza”, superando la tradizione barocca di fine ’700.
La Gypsotheca lo fa realizzando un percorso che mette in mostra una testa di Teseo in gesso, donata a Giuseppe Falier da Canova e finora mai esposta, un modellino in gesso realizzato da Canova nel 1791 e un calco dal marmo di quella che è l’opera definitiva del gruppo Teseo sul Minotauro. A queste opere la Gypsotheca aggiunge l’autoritratto di Gavin Hamilton, pittore scozzese figura di riferimento per Canova, e il volume Opere di scultura e plastica di Antonio Canova, scritto da Isabella Teotochi Albrizzi nell’edizione del 1821.
Ma veniamo ad analizzare meglio ciò che viene esposto e il perché.
Il “Teseo sul Minotauro” rappresenta una svolta cruciale nella traiettoria artistica di Canova e nella storia della scultura. Eseguito a Roma nel 1783, sancisce il passaggio dai canoni barocchi ai principi estetici neoclassici. L’opera, difatti, abbandona la teatralità e il dinamismo tipici del Barocco per abbracciare una “nobile semplicità e quieta grandezza”, secondo la teorizzazione di Winckelmann. Questa trasformazione è evidente nella scelta di raffigurare Teseo non durante lo scontro con il Minotauro, ma nel momento successivo alla vittoria, in un'atmosfera di calma e trionfo meditativo.
L'esposizione offre un'opportunità unica per esplorare il processo creativo di Canova. La testa di Teseo in gesso, presentata al pubblico per la prima volta, consente di apprezzare lo studio anatomico e la meticolosa attenzione ai dettagli che contraddistinguono l'opera. Il modellino in gesso, spedito a Giuseppe Falier nel 1781, rivela le prime intuizioni dell'artista, differenti in alcuni aspetti dalla versione definitiva. Ad esempio, nel modellino Teseo impugna una spada, mentre nell'opera finale è armato di clava. Anche la fisionomia del Minotauro subisce delle modifiche nel passaggio dal modellino al marmo.
Il confronto tra il modellino, il calco e l'opera finale permette di seguire l'evoluzione del pensiero artistico di Canova, le sue scelte stilistiche e le influenze culturali che hanno plasmato la sua creazione. La mostra non si limita a esporre le sculture, ma le inquadra nel contesto culturale dell'epoca, attraverso la presentazione dell'autoritratto di Gavin Hamilton, figura chiave per la formazione di Canova, e del volume di Isabella Teotochi Albrizzi, che testimonia la diffusione e l'apprezzamento dell'opera dell'artista.
In definitiva, la mostra “Canova e la nascita della scultura moderna - Il Teseo sul Minotauro” è un'occasione imperdibile per approfondire la conoscenza di un capolavoro della scultura e per comprendere il genio di Antonio Canova, un artista che ha saputo rinnovare il linguaggio scultoreo e segnare un'epoca. È interessante notare che il gruppo scultoreo in marmo, dopo essere stato ammirato a Vienna, fu acquistato da un nobile inglese e oggi è conservato al Victoria and Albert museum di Londra, testimoniando il successo internazionale dell'opera.