Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Il Libano nella Bibbia
Il Libano è menzionato nella Bibbia circa una settantina di volte. Nelle composizioni poetiche se ne esalta la gloria e la bellezza, come ad esempio nella celebre profezia del Profeta Isaia: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,1-3).
Sono celebri, inoltre, i “cedri del Libano”, esaltati per la bellezza, l’imponenza e per la qualità del legno che producono. Proprio dal Libano anche il re Salomone ha recuperato molto del materiale prezioso impiegato per costruire il primo Tempio di Gerusalemme: egli vi inviava uomini per i turni di servizio obbligatorio per “estrarre pietre grandi, pietre scelte, per porre a fondamento del tempio pietre squadrate. Gli operai di Salomone, gli operai di Chiram e di Biblo le sgrossavano; inoltre preparavano il legname e le pietre per costruire il tempio” (1Re 5,31).
A questo grande re, celebrato per la sua saggezza, sono attribuiti anche alcuni Salmi – oltre che il Cantico dei Cantici – nei quali egli “parlò delle piante, dal cedro del Libano all'issòpo che sbuca dal muro; parlò delle bestie, degli uccelli, dei rettili e dei pesci” (1Re 5,13).
Ci sono molto familiari anche alcune espressioni dei salmi: “Abbondi il frumento nel paese, ondeggi sulle cime dei monti; il suo frutto fiorisca come il Libano, la sua messe come l'erba dei campi” (Sal 72,16), dove risulta evidente l’idea di abbondanza e vigore, presente anche in paragoni come “Il giusto fiorirà come Palma, crescerà come cedro del Libano” (Sal 92,13). Indimenticabili, inoltre, sono alcuni passi del Cantico dei Cantici, dove si afferma che “Un baldacchino si è fatto il re Salomone con legno del Libano” (Ct 3,9), a indicare la bellezza e la preziosità dell’opera, oppure quando questa terra affascinante viene scelta come termine di paragone per descrivere la bellezza dell’amata: “Tutta bella sei tu, amata mia, e in te non vi è difetto. Vieni dal Libano, o sposa, vieni dal Libano, vieni!” (Ct 4,7-8). Celebri sono anche i riferimenti presenti in espressioni ardite e cariche di erotismo “Le tue labbra stillano nettare, o sposa, c'è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano” (Ct 5,11).
Per quanto riguarda la geografia della Terra Santa, si ricordi quanto il Signore dice a Giosuè nel momento in cui il popolo sta per entrare nella Terra: “Ogni luogo su cui si poserà la pianta dei vostri piedi, ve l'ho assegnato, come ho promesso a Mosè. Dal deserto e da questo Libano fino al grande fiume, l'Eufrate, tutta la terra degli Ittiti, fino al Mare Grande, dove tramonta il sole: tali saranno i vostri confini” (Gs 1,3-4). Il Libano, dunque, è il confine settentrionale del territorio assegnato alle tribù di Israele.
Anche nella vita di Gesù costituisce il limite settentrionale della sua azione quando, allontanandosi da Gerusalemme, raggiunge le zone di “Tiro e Sidone” (cf. Mt 15,21; Mc 7,24). Ma è pur vero che da quei medesimi territori le folle accorrono a lui fin dall’inizio del ministero pubblico (cf. Mc 3,8): è il segnale implicito di una prima accoglienza dell’annuncio evangelico oltre i confini di Israele. Emblematico e commovente in questo senso è l’episodio della donna siro-fenicia, la cui fede sembra sorprendere lo stesso Gesù: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri” (Mt 15,28; Mc 7,30).
Questi territori, dunque, benché “fuori” della Terra Santa, vengono riconosciuti come straordinariamente “fertili” anche dal punto di vista della fede: i loro abitanti appaiono disposti ad accogliere l’annuncio di Gesù e dei discepoli, come risulta sia da Mt 11,21 “se i miracoli fatti in esse fossero stati fatti a Tiro e Sidone, queste città si sarebbero pentite da tempo in sacco e cenere”, sia dal racconto di Atti degli Apostoli, dove a Tiro e Sidone esistono fin dai primissimi anni delle comunità cristiane attive, visitate anche da san Paolo (cf. At 21,3-6).