Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Due straordinarie scoperte in Biblioteca Capitolare
Nei primi mesi dell'anno la Biblioteca trevigiana ha ospitato una giovane studiosa dell'Università di Pavia, accolta per un tirocinio. Durante il lavoro il ritrovamento eccezionale
“Antiphonarium Sacrosancte Romane Ecclesie integrum et completum”.
Così recita il frontespizio di un grosso volume venuto recentemente alla luce nell’archivio musicale della Biblioteca Capitolare. La Capitolare è una biblioteca che appartiene al Capitolo della Cattedrale, cioè a quell’organismo formato da 14 ecclesiastici, detti canonici, nominati dal Vescovo.
Malgrado la pandemia, l’attività della Biblioteca è proseguita secondo lo stile consueto. Ogni giorno di apertura c’è stata la visita di studiosi impegnati in varie ricerche, spesso interessati ad approfondire la storia del loro paese o di qualche antico monumento presente nel territorio, oppure per cercare materiale per la propria tesi di laurea in storia o in ambito musicale.
La Capitolare possiede un valore inestimabile di codici musicali come di antichi volumi a stampa.
A Treviso già alla fine del 1330 sorse un’ industria per la fabbricazione della carta per l’abbondanza di acqua limpida dei suoi fiumi. La disponibilità di una grande quantità di carta favorì la nascita e lo sviluppo dell’industria della stampa.
Uno dei più famosi stampatori fu un fiammingo, il cui nome italianizzato è Gerardo da Lisa. Secondo alcuni studiosi proprio a lui si dovrebbe l’onore di aver stampato nella nostra città il primo libro di matematica edito al mondo, il 10 dicembre 1478, scritto in volgare veneto!
Questa operetta, che appartiene alla Capitolare, è nata per aiutare nella tenuta dei conti i vari mercanti e commercianti. Il titolo lo spiega bene: “Larte de labbacho” dedicato a ciascheduno che vuole usare larte de la merchadantia chiamata volgarmente larte de labbacho (ovvero L’arte dell’Abbaco).
Le più antiche opere a stampa, dette incunaboli se furono stampate entro la fine del 1400, e cinquecentine se videro la luce entro il secolo successivo, sono oggetti preziosi, indipendentemente dal loro contenuto.
La nostra prestigiosa biblioteca possiede ben 97 incunaboli e 43 cinquecentine, senza contare il resto.
Nei primi mesi dell’anno la Biblioteca ha ospitato una giovane studiosa di musicologia dell’Università di Pavia, accolta per il suo tirocinio. Il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul riordino del patrimonio musicale che fu drammaticamente sconvolto e mutilato dallo spaventoso bombardamento del 7 aprile del 1944.
Proprio durante questo lavoro, uno dei volontari che operano in Capitolare si è imbattuto nel volume straordinario citato all’inizio.
Si tratta di un’opera stampata a Venezia nel 1558, nella officina di Pietro Liechtenstein, uno dei più importanti stampatori di musica del Cinquecento.
Si tratta di un Antifonario completo, diviso in due parti, la prima è un temporale, la seconda un santorale. Alla fine di ciascuna parte si trova l’indice specifico.
E’ un’opera perfettamente conservata, con la copertura originale in pelle, e con il taglio spruzzato.
Il volume è impreziosito dalla stampa in rosso e nero, con notazione quadrata, capilettera decorati con motivi floreali. Incisioni in nero illustrano le scene delle ricorrenze liturgiche più importanti, ad esempio la nascita di Gesù, la Resurrezione, la Pentecoste.
La marca editoriale consiste nell’Agnello pasquale che regge una croce da cui pende uno stendardo.
La seconda pepita musicale consta, invece, di un insieme di fascicoli riuniti in varie epoche. Si tratta di un Graduale con il proprio dei santi che godevano di un particolare culto da parte del clero e del popolo trevigiani.
Questi testi devono essere stati ben apprezzati perché sono stati sgualciti dall’uso. Presumibilmente la prima parte, la più antica, è manoscritta e si può far risalire al 1600 perché alcuni santi ricordati furono canonizzati in quel periodo storico, come, ad esempio san Luigi Gonzaga. Vi furono in seguito aggiunte altre parti a stampa, l’ultima delle quali sembra ottocentesca.
La Capitolare è proprio uno scrigno inesauribile di scoperte!