Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Centenario di Eleonora Duse: una spiritualità tutta ancora da indagare
“La spiritualità di Eleonora Duse, la sua religiosità? Una pagina ancora tutta da indagare. Ci sono delle tracce evidenti. Il rapporto con la spiritualità dei domenicani, che si è riverberato nelle vocazioni nell'ordine domenicano dei suoi nipoti, figli di Enrichetta (nata dal matrimonio con Tebaldo Marchetti) e del marito Edward Bullough, professore di italiano a Cambridge. L'attenzione al mondo di san Francesco, un mondo che Gabriele D’annunzio, suo amante e compagno per diversi anni, le ha fatto conoscere e a cui la Duse ha guardato anche dopo la fine del rapporto con il poeta vate degli italiani. Era solita dire che le bastava essere accompagnata a Firenze, poi avrebbe raggiunto lei facilmente Assisi”.
Le parole sono della professoressa Maria Pia Pagani, docente all’Università Federico II di Napoli, tra i curatori delle celebrazioni per il Centenario della morte della Duse, che sono cominciate sabato scorso, 13 gennaio, proprio nel teatro che porta il nome della grande attrice ad Asolo.
A tenere a battesimo il Centenario della “Divina”, l’attrice Sonia Bergamasco, portando in scena brani di un suo personalissimo diario e affrontando il tema del corpo dell’attore. L’attrice ha sapientemente alternato la lettura dei brani a intense interpretazioni al pianoforte.
La professoressa Pagani aprirà tutte e nove le serate della stagione teatrale invernale - una novità pensata e realizzata da Cristina Palumbo di Echidna e finanziata da Comune di Asolo e Ministero - con una finestra sulla “Divina” Eleonora Duse.
La prima finestra l’ha dedicata al “corpo” ricordando come il confronto con il pubblico per la Duse fosse quasi un combattimento, “doveva interagire e nel contempo difendere il suo corpo”. Nell’interpretazione delle opere teatrali, che Gabriele d’Annunzio ha scritto per lei, sentiva tutti gli occhi puntati sul suo corpo di attrice. “Un corpo che non si è mai risparmiato, affrontando le lunghe trasferte imposte dalla professione di attrice senza risparmio, viaggiando tra Italia, Egitto, Stati Uniti, Sud America, Russia. Un corpo che lei, figlia di una famiglia di capocomici, originari di Chioggia, ha messo in scena prestissimo, a soli 4 anni. “Nella fase più matura, ovvero dopo i 13 anni di pausa, quando anche a causa di alcuni problemi di salute si era fermata, riprendendo a fare teatro nel 1921, è pervenuta a una concezione del proprio corpo come qualcosa da donare al pubblico per raggiungere il suo cuore.
“Colgo in questo quasi un’idea della religiosità paolina del corpo, c’è questa idea di dono che non può non far pensare a una dimensione religiosa. Ripetutamente nelle lettere del periodo più giovane cita la Madonna”.
Eleonora Duse fu battezzata a Vigevano. Era nata in un albergo a 20 metri dal Duomo. Coltiva la spiritualità domenicana e sarà sempre grata a D’Annunzio - un amore difficile, conflittuale, ma grandissimo, generativo di poesia - per la serenità che le ha dato facendole conoscere san Francesco.
Il marito di Enrichetta, dopo la Seconda guerra mondiale, docente a Cambridge, dirà di essere arrivato alla fede grazie alla lettura di Dante. Sia lui che Enrichetta vorranno essere seppelliti con il saio domenicano. “Un critico teatrale, Silvio D’Amico, si è riferito alla recitazione della Duse, come recitazione spirituale. L'arte come dono a tutti, un dono che si fa nella vita e nell’arte, una concezione dietro alla quale si può rinvenire la traccia della lettura paolina”.
La professoressa Pagani insegna anche alla “Accademia Eleonora Duse Centro sperimentale di cinema e arti performative” che ha preso il via ad Asolo con le celebrazioni del Centenario. L'Accademia, nel nome della Duse, sperimenta l’interazione tra le diverse arti: cinema, teatro, danza, musica, visual art, un progetto firmato da Alessio Nardin. L'Accademia sarà occasione per l'incontro tra artisti provenienti da diverse parti del mondo.
Eleonora Duse è forse la più grande attrice di tutti tempi secondo il critico contemporaneo Hermann Bahr, colei che ha aperto la pagina del teatro moderno e che per prima ha incarnato l'immagine della “diva”. Duse porta in scena grandi autori come Emile Zola, Alexandre Dumas, Giovanni Verga, Henrik Ibsen, grazie alla sua forte personalità riuscirà ad avere, prima donna, una compagnia tutta sua e fare da capocomico. Partecipa al grande dibattito culturale del Novecento, ricordiamo l’amicizia con Sibilla Aleramo ed Eleonora Duncan e le relazioni sentimentali intense prima con Arrigo Boito e poi con Gabriele D'annunzio, che grazie a lei ottiene successo e visibilità e, sempre grazie a lei, impara a fare teatro: un rapporto che esalta entrambi, ma che li fa soffrire moltissimo.