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78ª mostra del cinema di Venezia: ventuno in concorso per il Leone d’oro
Le star di Hollywood tornano al Lido dal 1° all’11 settembre. Il premio Bresson, giunto quest’anno alla ventiduesima edizione, sarà assegnato domenica 5 settembre alla regista italiana Alice Rohrwacher

Hollywood torna a illuminare il Lido. Alla 78ª Mostra del cinema della Biennale di Venezia, dal 1° all’11 settembre, saranno presenti molte star hollywoodiane dopo la grande assenza del 2020 a causa della pandemia.
La diffusione del Covid-19 è ancora allarmante, come ha spiegato il presidente della Biennale Roberto Cicutto, ma verrà rimesso in campo lo stesso rigido protocollo dell’anno passato che ha funzionato, cui si aggiunge un controllo del certificato Green Pass. Torniamo a Hollywood. Tra i titoli più attesi a Venezia 78 c’è “Dune”, kolossal firmato da Denis Villeneuve, che porterà probabilmente sul tappeto rosso Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac e Zendaya. Da Oltreoceano arriva anche l’ultimo film di Ridley Scott, “The Last Duel”, con Matt Damon, Ben Affleck, Adam Driver e Jodie Comer. Nel segno del brivido tra gli eventi speciali c’è “Halloween Kills” di David Gordon Green, con l’attrice cult Jamie Lee Curtis, che proprio alla Mostra quest’anno riceverà il Leone d’oro alla carriera. E’ inoltre disponibile fuori concorso la serie evento Hbo “Scenes from a Marriage” di Hagai Levi, con Jessica Chastain e Oscar Isaac: una rilettura-omaggio del classico di Ingmar Bergman “Scene da un matrimonio” (1973).
Film in concorso. Sono 21 i titoli del concorso. Film d’apertura è “Madres Paralelas” del regista spagnolo Pedro Almodóvar, che ritrova la sua musa Penélope Cruz. In concorso troviamo poi: il francese “Un autre monde” del regista Stéphane Brizé con Vincent Lindon, opera che indaga nuovamente il mondo del lavoro dopo i precedenti “La legge del mercato” (2015) e “En Guerre” (2018); il ritorno della regista neozelandese Jane Campion con “The Power of the Dog”, film che vede protagonista Benedict Cumberbatch; e l’attesissimo “Spencer” di Pablo Larraín con Kristen Stewart, biopic su Lady Diana. E ancora: il messicano “Sundown” di Michel Franco (premiato a Venezia 77 per “Nuevo Orden”); il francese “Illusions perdues” di Xavier Giannoli con Cécile de France; l’opera prima dell’attrice Maggie Gyllenhaal, che dirige “The Lost Daughter”, con il premio Oscar Olivia Colman; “The Card Counter” firmato dal regista statunitense Paul Schrader, con protagonista Oscar Isaac; e il già Leone d’oro Lorenzo Vigas con “La caja”. Completano infine il cartellone: “Reflection” di Valentyn Vasyanovych (Ucraina); “Captain Volkonogov Escaped” di Natasha Merkulova (Russia); “Leave no Traces” di Jan P. Matuszyñski (Polonia); “On The Job: The Missing 8” di Erik Matti (Filippine); “Competencia Oficial” di Gastón Duprat (Spagna-Argentina); “L’événement” di Audrey Diwan (Francia); e “Mona Lisa and the Blood Moon” di Ana Lily Amirpour (Usa).
Gli italiani. Sono cinque i registi italiani in gara a Venezia: Mario Martone con “Qui rido io” con Toni Servillo, opera dedicata alla memoria di Eduardo Scarpetta; Paolo Sorrentino con “E’ stata la mano di Dio” sul calciatore Diego Armando Maradona, film targato Netflix; “America Latina” dei gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo con Elio Germano; “Il buco” di Michelangelo Frammartino, che torna dietro alla macchina da presa dopo “Le quattro volte” (2010); e infine “Freaks Out”, opera seconda di Gabriele Mainetti dopo il successo di “Lo chiamavano Jeeg Robot” (2015).
C’è molta Italia anche tra i titoli fuori competizione: “Il bambino nascosto” di Roberto Andò, cui spetta anche l’onore di chiudere ufficialmente la Mostra; “La scuola cattolica” di Stefano Mordini, dal romanzo Premio Strega di Edoardo Albinati, e “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo. Tanti poi gli omaggi musicali tra i documentari: “Ezio Bosso. Le cose che restano” di Giorgio Verdelli, autore già di un racconto su Paolo Conte; “Deandré#Deandré. Storia di un impiegato” di Roberta Lena, con la partecipazione di Cristiano De André; “Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song” di Daniel Geller e Dayna Goldfine.
Infine, tra le novità della Mostra 2021 c’è Orizzonti Extra, estensione della consueta sezione “Orizzonti” dedicata alla ricerca e sperimentazione; a questo proposito ci saranno 19 lungometraggi in gara tra cui il film di apertura “Les promesses” di Thomas Kruithof come pure i due gli italiani “Atlantide” di Yuri Ancarani e “Il paradiso del pavone” di Laura Bispuri.
Le giurie. A presiedere quella del concorso è il regista sudcoreano Bong Joon Ho, premio Oscar 2020 con “Parasite”. Accanto a lui siederà la vincitrice del Leone d’oro di Venezia 77 Chloé Zhao, che con il suo “Nomadland” non ha solo trionfato alla Mostra, ma anche agli Oscar 2021. Per l’Italia nella giuria del concorso c’è Saverio Costanzo, che a Venezia ha raccolto consensi in passato con “La solitudine dei numeri primi” (2010), “Hungry Hearts” (2014), nonché con la serie internazionale “L’amica geniale” dai best seller di Elena Ferrante. E ancora sempre nella giuria di Venezia 78 l’attrice britannica Cynthia Erivo, l’attrice franco-belga Virginie Efira, l’attrice-produttrice canadese Sarah Gadon e il regista rumeno Alexander Nanau.
Presiede la giuria della sezione Orizzonti la regista bosniaca Jasmila Zbaniæ, che a Venezia 77 ha presentato “Quo Vadis, Aida?”, premio cattolico Signis e candidato all’Oscar nel 2021. Con lei la regista-sceneggiatrice norvegese Mona Fastvold, il regista-sceneggiatore iraniano Shahram Mokri, lo statunitense Josh Siegel, curatore della sezione cinematografica del MoMa di New York, e la scrittrice italiana Nadia Terranova.
A presiedere poi il Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis” è Uberto Pasolini, che a Venezia ha incantato con “Still Life” (2013) e “Nowhere Special” (2020). Al Lido anche quest’anno è presente la giuria del premio cattolico internazionale Signis, il più antico riconoscimento collaterale della Mostra.
Le cerimonie di apertura e chiusura saranno condotte dalla madrina ufficiale Serena Rossi, attrice e conduttrice italiana.
Premio Bresson. La Fondazione Ente dello Spettacolo e la Rivista del Cinematografo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della cultura e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e il contributo della Direzione generale Cinema e Audiovisivo del Ministero per la Cultura, conferiscono il Premio Bresson 2021, giunto quest’anno alla sua ventiduesima edizione, ad Alice Rohrwacher. La regista riceverà il riconoscimento domenica 5 settembre, alle ore 18, nello Spazio Feds al Lido di Venezia (Sala Tropicana 1, Hotel Excelsior). Con la conduzione di Tiziana Ferrario, a consegnare il Premio sarà Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.
Interverrà anche mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo. Quest’anno il premio è un’opera d’arte realizzata e donata dallo scultore Lucio Minigrilli. Classe 1981, Alice Rohrwacher è la regista più giovane a vincere il Premio dal 2000 ad oggi. “La sua opera è incardinata in uno spazio che non c’è più e in un tempo che non è ancora - si legge nelle motivazioni del premio -: è rimpianto e promessa, materia arcaica e trascendenza. Gli ultimi bagliori di un mondo in disfacimento, il mondo contadino, si rivelano allo sguardo dell’autrice come epifanie di luce, corpi celesti e resurrezioni. I suoi film rielaborano in modo locale tensioni globali, preservano il mistero dalla pornografia del contemporaneo, lamentano la perdita dell’antico senza farne un epitaffio. E mentre attraversano la terra smorta dell’immaginario scorgono fioriture di senso, possibilità impreviste, passaggi nascosti. Come fantasmagorie di un vecchio lucernario. Meraviglie del cinema di Alice”.