venerdì, 03 maggio 2024
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Il Papa incontra le “scuole di pace”: “Siate protagonisti, non spettatori”

“Tutti siamo interpellati dalla costruzione di un avvenire migliore e, soprattutto, che dobbiamo costruirlo insieme!”, l’appello del Papa: “Non possiamo solo delegare le preoccupazioni per il mondo che verrà e per la risoluzione dei suoi problemi alle istituzioni deputate e a coloro che hanno particolari responsabilità sociali e politiche. È vero che queste sfide richiedono competenze specifiche, ma è altrettanto vero che esse ci riguardano da vicino, toccano la vita di tutti e chiedono a ciascuno di noi partecipazione attiva e impegno personale”

“Siete chiamati ad essere protagonisti e non spettatori del futuro”. È l’invito del Papa ai 6.000 ragazzi che affollano oggi l’Aula Paolo VI, in rappresentanza di 137 “Scuole per la pace”, provenienti da 94 città di 18 diverse regioni italiani. “Grazie per questo cammino ricco di idee, di iniziative, di percorsi formativi e di attività, che intendono promuovere una nuova visione del mondo”, l’omaggio di Francesco: “Grazie per essere pieni di entusiasmo nell’inseguire obiettivi di bellezza e di bontà, in mezzo a situazioni drammatiche, ingiustizie e violenze che sfigurano la dignità umana. Grazie perché con passione e generosità vi impegnate a lavorare nel cantiere del futuro, vincendo la tentazione di una vita appiattita soltanto sull’oggi, che rischia di perdere la capacità di sognare in grande”. “Oggi più che mai c’è bisogno di vivere con responsabilità, allargando gli orizzonti, guardando avanti e seminando giorno per giorno quei semi di pace che domani potranno germogliare e portare frutto”, la tesi del Papa, che ha ricordato come nel prossimo mese di settembre si svolgerà a New York il Summit del Futuro, convocato dall’Onu per affrontare le grandi sfide globali di questo momento storico e firmare un “Patto per il Futuro” e una “Dichiarazione sulle generazioni future”. “Si tratta di un evento importante, e c’è bisogno anche del vostro contributo perché non rimanga soltanto sulla carta, ma diventi concreto e si realizzi attraverso percorsi e azioni di cambiamento”, l’appello di Francesco.

“Le sfide odierne, e soprattutto i rischi che, come nubi oscure, si addensano su di noi minacciando il nostro futuro, sono anch’essi diventati globali”, è l’analisi del Papa. “Ci riguardano tutti, interrogano l’intera comunità umana, richiedono il coraggio e la creatività di un sogno collettivo che animi un impegno costante, per affrontare insieme le crisi ambientali, economiche, politiche e sociali che il nostro pianeta sta attraversando”, ha proseguito Francesco: “Si tratta di un sogno che richiede di essere svegli e non addormentati! Sì, perché lo si porta avanti lavorando, non dormendo; camminando per le strade, non sdraiati sul divano; usando bene i mezzi informatici, non perdendo tempo sui social; e poi questo tipo di sogno si realizza pregando, cioè insieme con Dio, non con le nostre sole forze”.

“Tutti siamo interpellati dalla costruzione di un avvenire migliore e, soprattutto, che dobbiamo costruirlo insieme!”, l’appello del Papa: “Non possiamo solo delegare le preoccupazioni per il mondo che verrà e per la risoluzione dei suoi problemi alle istituzioni deputate e a coloro che hanno particolari responsabilità sociali e politiche. È vero che queste sfide richiedono competenze specifiche, ma è altrettanto vero che esse ci riguardano da vicino, toccano la vita di tutti e chiedono a ciascuno di noi partecipazione attiva e impegno personale”. “In un mondo globalizzato, dove siamo tutti interdipendenti, non è possibile procedere come singoli individui che si prendono cura soltanto del proprio orto”, il monito: “Occorre invece mettersi in rete e fare rete, entrare in connessione, lavorare in sinergia e in armonia. Questo significa passare dall’io al noi: non ‘io lavoro per il mio bene’, ma ‘noi lavoriamo per il bene comune, per il bene di tutti’”.

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